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Germano Maifreda – Governo e rappresentanza degli interessi. Angelo Villa Pernice (1827-1892) – 2001

Germano Maifreda
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino ? Centro per la Cultura d’Impresa, pp. 249, eu

Anno di pubblicazione: 2001

In epoche in cui si parla (talvolta anche a sproposito) di conflitto di interessi appare più che opportuno riprendere il cammino delle analisi sottotraccia, quasi nella penombra, alla ricerca non di chissà quale verità nascosta tra le righe di una lettera, bensì del faticoso farsi delle forme attraverso cui si manifestano storicamente gli interessi e, soprattutto, come essi si organizzano per diventare parte legittima del dibattito nell’opinione pubblica. Solo di recente un’ondata di studi sulla formazione e sull’identità della borghesia ottocentesca ha posto le basi per riflessioni più articolate e meno dipendenti da comodi schematismi (il deputato ?X?, eletto in una certa circoscrizione dominata dall’industria ?Y?, rappresenta in Parlamento gli interessi di quel comparto produttivo e/o magari anche solo di quella determinata impresa) che finivano per rendere in realtà meno leggibile il percorso attraverso cui si affermavano veramente determinati interessi. Germano Maifreda ha preso in esame un caso che rappresenta assai bene l’approccio attraverso cui, nell’Italia postunitaria, si delineò un’articolazione della rappresentanza degli interessi economici. Frutto di ricerche in numerosi archivi pubblici e privati, lo studio pone al centro dell’indagine la figura del milanese Angelo Villa Pernice, che ebbe un certo rilievo nella vita pubblica ed associativa dei primi decenni dopo il 1861. Lavoro a cavallo tra la biografia di un rappresentante dei ceti borghesi legati agli ambienti economici (Villa Pernice fu presidente della Camera di commercio di Milano dal 1868 al 1876), deputato moderato negli anni in cui governò la Destra storica, dirigente aziendale in una delle primarie imprese tessili dell’epoca (fu presidente del Cotonificio Cantoni), il libro offre riflessioni che oltrepassano la vicenda umana, professionale e politica di tale personaggio. Si penetra con delicatezza negli ingranaggi che faranno di Milano la futura capitale economica del paese, si colgono le sfumature che trasformano un uomo di parte in senso stretto (il rappresentante di un’azienda industriale) in un abile tessitore di trame che per loro natura devono rappresentare una pluralità di voci, di passioni e di culture, si apprezzano il farsi e il disfarsi di un ceto di rappresentanza in un paese a struttura politica e sociale ancora estremamente elitaria, ma non per questo meno ricco di dibattiti in cui si confrontano posizioni articolate.
Il volume è strutturato in due parti, di cui la prima rappresenta lo studio vero e proprio di Villa Pernice, mentre la seconda che il lettore ritrova sotto il generico titolo di ?Appendice? offre il quadro delle attività svolte nel Parlamento nazionale dal biografato, i testi di alcune conferenze e progetti di legge proposti dal medesimo, oltre ad alcune sue riflessioni sul sistema rappresentativo ed i partiti pubblicate nel 1889. Corredano il testo alcune fotografie e riproduzioni di ritratti di Villa Pernice e della moglie, che avrebbero meritato qualche puntuale riflessione sulla rappresentazione fotografica e figurativa di chi si era dato la missione di rappresentare interessi economici e politici.

Luciano Segreto