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Giampiero Fumi (a cura di) – Fonti per la storia dell’agricoltura italiana (1800-1849). Saggio bibliografico – 2003

Giampiero Fumi (a cura di)
Milano, Vita e Pensiero, pp. 548, euro 45,00

Anno di pubblicazione: 2003

L’interesse per la vita agraria e per l’arte campestre, con i relativi studi sulle coltivazioni, le tecniche colturali, gli allevamenti zootecnici e di selvicoltura, gli aspetti fondiari, l’organizzazione e lo sviluppo del territorio e delle attività rurali ha consentito continui e progressivi sviluppi e un ampliamento delle conoscenze, che si sono poi profuse in un grande numero di opere a stampa, che costituiscono oggi una fonte inesauribile per gli studiosi di storia dell’agricoltura. Giampiero Fumi con il suo saggio bibliografico, che raccoglie più di cinquemila titoli, pubblicati dal 1800 al 1849, fornisce uno strumento assai utile per orientarsi tra le numerose fonti a stampa che si occupano di argomenti agricoli. Infatti questo lavoro, frutto di una lunga e complessa indagine bibliografica, mette a disposizione degli studiosi di storia dell’agricoltura gli esiti di una ricerca rigorosa sulle fonti, quale strumento per portare avanti studi approfonditi e dinamici sull’argomento.
Dopo il saggio bibliografico di Rita Giudici, che si occupava dell’arco temporale compreso tra la fine del XV e la metà del XVIII, e quello di Mario Toccalini che prendeva in esame il periodo subito successivo fino al 1799, il saggio di Fumi amplia ulteriormente l’arco temporale di presentazione delle fonti a stampa attinenti alla storia dell’agricoltura italiana, portandole a nostra conoscenza fino ai primi cinquanta anni del XIX secolo. Da un punto di vista tematico l’autore ha scelto d’inserire solo le materie attinenti direttamente l’agricoltura, ma non esclude quei titoli che riguardano l’agricoltura in via complementare (apicoltura, botanica, idraulica e meccanica agraria, scienze naturali, veterinaria), in modo da ottenere una visione organica dei contributi disciplinari e professionali dati allo sviluppo delle conoscenze agrarie.
Inoltre l’autore nella parte introduttiva del suo saggio fornisce un’analisi valutativa dell’editoria agraria ed in questo modo mette a disposizione del lettore: preziose informazioni sull’andamento quantitativo delle pubblicazione d’interesse agronomico (che si mantenne costante, una media di 100 titoli all’anno, registrando solo un lieve aumento nei primissimi anni dell’800 e un aumento più considerevole nel periodo tra il 1838 e il 1847); dati sugli autori e i principali argomenti da loro trattati (data la scarsa professionalizzazione dell’agronomo all’epoca, gli autori erano per lo più cultori della materia e proprietari terrieri); informazione sulla distribuzione geografica delle pubblicazioni (Fumi mette in luce come la disseminazione editoriale agraria italiana riguardava 174 località, ma come il 75 per cento dei titoli fosse pubblicato in solo 16 sedi). Tale analisi è arricchita dall’ausilio di grafici e tabelle.
Il saggio di Fumi, inoltre, mette in luce molto bene l’evoluzione culturale di un paese come l’Italia in campo agronomico. Infatti da un’analisi della letteratura su un argomento specifico, come questo, è possibile comprendere lo sforzo di documentazione compiuto in una specifica fase storica, per realizzare una lenta, ma continua modernizzazione dei sistemi agricoli nazionali.

Isabella Napoli