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Giampietro Berti e Piero Del Negro (a cura di) – Al di qua e al di là del Piave. L’ultimo anno della Grande Guerra – 2001

Giampietro Berti e Piero Del Negro (a cura di)
Milano, Franco Angeli, pp. 615, euro 32,02

Anno di pubblicazione: 2001

Il volume, che contiene gli atti del convegno internazionale tenutosi a Bassano dal 25 al 28 maggio 2000, si propone di analizzare ciò che avvenne nel nostro paese (e non solo in esso) dopo la rotta di Caporetto, quando il fronte si stabilizzò, appunto, sulla linea del Piave. Gran parte degli interventi ? che sono raggruppati sotto tre titoli: Il quadro internazionale, Gli aspetti militari, L’Italia: il paese, e sono corredati da una breve Tavola rotonda ? riprendono, riassumendoli, scritti già pubblicati altrove dagli autori. Questa utile funzione di rapido aggiornamento risulta preziosa nel caso di vicende meno note al lettore italiano, quali quelle, ad esempio, dell’Austria e dell’Ungheria (relazioni di H. Heiss, G. Volpi). Interessanti, nella prima parte, anche le notazioni di J. Horne sull’intensificazione del significato ideologico della guerra durante l’ultimo anno, con il rafforzamento della sua natura escatologica (tema purtroppo non sviluppato da altre relazioni), e le pagine dedicate all’immagine dell’Italia, come si ricava dalle lettere dei soldati francesi combattenti in Italia (P. Facon), o da quelle dei militari italiani provenienti dall’Argentina (E. Franzina). Dopo una seconda parte dedicata soprattutto all’esame dei tre principali eventi bellici del 1918 ? la battaglia dei Tre Monti, quella del Solstizio e quella di Vittorio Veneto ?, la terza parte affronta alcuni temi della vita all’interno, da quelli più attinenti al territorio veneto (il Bellunese: G. Corni; il rapporto tra autorità civili e militari nelle province venete dichiarate zone di guerra: M. Mondini), ad altri di vario contenuto (giovani, memoria, industria, ecc.), dei quali è qui impossibile fornire esauriente notizia.
Il volume e il convegno sono stati realizzati grazie al finanziamento dell’Assessorato alle Politiche per la cultura e l’identità veneta. Ma di identità veneta e di identità italiana non si è però (e fortunatamente) parlato al convegno. Scansato il pericolo di discussioni che riguardano più il dibattito attuale che l’interpretazione dei fatti storici, il lettore rimane tuttavia, terminato il volume, con un senso di insoddisfatta curiosità sul reale significato dell’ultimo anno di guerra per l’Italia: riuscì a formarsi un durevole ricompattamento patriottico ? sicché l’epilogo fascista non fu collegato alla perdita di legittimità e di egemonia della classe liberale, bensì al fenomeno della ?scioperomania? legata al mito russo e a una conseguente reazione a destra del paese ? oppure, viceversa, la guerra innescò anche in Italia (come negli Imperi centrali) un processo inarrestabile di delegittimazione della classe che aveva condotto la guerra, del quale profittarono gli ambienti della vecchia e nuova destra per appropriarsi del potere? Appena accennati nelle conclusioni (Colarizi, Degl’Innocenti) questi quesiti interpretativi sono stati sacrificati a favore della molteplicità (ma anche eterogeneità) degli interventi. Valeva forse la pena di dedicarvi più tempo e più spazio.

Giovanna Procacci