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Gian Biagio Furiozzi – L’Umbria nel Risorgimento – 2002

Gian Biagio Furiozzi
Perugia, Edizioni Era Nuova, pp. 160, euro 12,50

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume raccoglie una serie di saggi che fanno riferimento più o meno diretto al processo risorgimentale in territorio umbro. Vi si adotta un’idea di Risorgimento dilatata in senso temporale e sul piano delle sue componenti ideali. Vi figurano infatti richiami espliciti al fenomeno prepartitico, ma già decisamente politicizzato, dei circoli quarantotteschi, che legarono l’esperienza umbra alle iniziative montanelliane e mazziniane di altre zone, a cui si accompagna un’indagine mirata a porre in risalto le varie fasi della vita politica perugina, dai moti del 1831 fino all’insurrezione del 1859 e alle stragi del 20 giugno di quell’anno, passando per l’adesione cittadina alle istanze della Repubblica romana. Particolare attenzione è riservata poi ai riflessi nazionali ed internazionali delle agitazioni del ’59, che si legarono ad un diffuso sentimento ostile nei confronti delle retrive gerarchie ecclesiastiche, ?antinazionali? e pronte a servirsi di ?mercenari? svizzeri privi di scrupoli. In questo senso, la vicenda specifica ben testimonia di quel processo di circolazione delle idee tipica della fase immediatamente precedente l’Unità italiana, durante la quale si combinarono i sentimenti già decisivi dell’opinione pubblica e le strategie dei vari governi, attenti ai possibili usi politici delle diverse situazioni.
La galleria dei personaggi compresi nella estesa accezione di risorgimento umbro include Gioacchino Pepoli, Commissario di governo ed in seguito deputato, pragmaticamente sensibile, secondo uno stile funzionariale poi destinato a ripresentarsi per altri esponenti delle élites umbre, alla questione del riordino delle finanze locali e del riassetto dell’amministrazione periferica. Continua con lo studio delle vicende di un ?tecnico? come Ottavio Coletti, espressione di una preparata cultura scientifica, e con il gustoso profilo di Ariodante Fabretti, già figura di spicco della Massoneria piemontese, uomo della Sinistra storica ed impegnato in varie Costituenti del Grande Oriente in una fase cruciale della vita della Fratellanza italiana alle prese con la proliferazione delle logge irregolari. Completa il quadro un saggio dedicato a Luigi Pianciani, presidente del Consiglio provinciale dell’Umbria, la cui opera contribuisce a definire meglio i caratteri degli amministratori locali negli anni successivi all’Unità nazionale.
La conclusione a cui perviene il volume è chiara: i singoli personaggi costituiscono alcune delle voci più interessanti di una classe dirigente regionale che seppe metabolizzare molte delle suggestioni tipiche del coevo panorama nazionale, mostrando una spiccata inclinazione democratica e ?popolare? che contribuì a dare corpo ad un vivace movimento socialista ostile in modo convinto e pugnace ad ogni iniziativa colonialista come ben dimostrò la ferma opposizione alla guerra di Libia, ricostruita dallo stesso Furiozzi in un bel saggio contenuto nel volume. Da notare che questo saggio, insieme a quelli relativi alle figure di Pepoli e di Coletti, così come il contributo concernente le reazioni ai fatti del 1859 e il saggio di apertura, che analizza la ricostruzione dei fatti della Repubblica romana comparsa nell’?Archivio storico del Risorgimento umbro? ai primi del Novecento, sono inediti.

Romano Paolo Coppini