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Gian Enrico Rusconi – Berlino. La reinvenzione della Germania – 2009

Gian Enrico Rusconi
Bari-Roma, Laterza, 127 pp., Euro 8,00

Anno di pubblicazione: 2009

Da profondo e attento conoscitore e fine interprete della realtà politica e sociale della Germania contemporanea, e dei suoi paradossi, l’a. offre un’analisi a 360° dei percorsi, spesso tortuosi e contraddittori, con cui la ormai ventenne Berliner Republik sta elaborando i suoi passati alla ricerca di una sua più autentica e nuova identità. A vent’anni dalla caduta del Muro e dalla riacquisita unità nazionale tedesca, l’a. ci coinvolge nel vivo del serrato dibattito pubblico e scientifico, non privo di tensioni, che ha visto storici, sociologi, politologi, filosofi e scrittori interrogarsi in Germania sulla delicata questione della memoria storica e dell’identità nazionale. L’appendice è dedicata ai profili di cinque protagonisti di questo dibattito: Sloterdijk, Habermas, Dahrendorf, Schwarz e Lepenies.Al centro della trattazione sono tematiche nuove e meno nuove: il carattere, vero o presunto, di Sonderweg della Germania e quindi il suo conflittuale e tormentato ma, al tempo stesso, ineludibile rapporto con l’Occidente; la tensione tra una prospettiva post-nazionale di «patriottismo costituzionale» e la richiesta di acquisire un nuovo «legittimo» orgoglio nazionale, molto diverso dall’aggressivo nazionalismo teutonico ancora presente in tanti stereotipi sui tedeschi e la loro storia; il carattere di cesura o continuità del 1945 e del 1989. Nel libro si ripercorrono alcuni dei momenti particolarmente caldi del confronto pubblico e scientifico svoltosi in Germania, come l’Historikerstreit e il successivo «dibattito Goldhagen», la mostra itinerante sui crimini della Wehrmacht, le vivaci discussioni su luci e ombre del processo di riunificazione e sulle modalità di confronto con la storia della Ddr e del suo inglobamento in una comune memoria nazionale. L’a. riflette sulle svolte ermeneutiche, sulle modifiche concettuali, sui cambi di prospettiva in questo processo di rielaborazione della storia tedesca in Germania, che ha permesso, ad esempio, ai tedeschi da un lato di fissare il ricordo di Auschwitz e della Shoah come «nucleo forte» della propria religione civile ma, allo stesso tempo, di riappropriarsi della loro storia, a lungo rimossa, di vittime nel secondo conflitto mondiale. Anche la ripresa di nuovi miti da parte delle scienze storiche e politologiche è, secondo l’a., inserita nel processo di «reinvenzione della Germania», che approderebbe, ed è questa una delle tesi centrali del libro, ad una «sgermanizzazione», nel senso di «una metamorfosi da una identità guerresco-militare ad una identità civile economica» (p. 89). Questo duplice posizionarsi della nuova Germania tra identificazione con l’Occidente e, al contempo, un recupero e riconoscimento di alcuni elementi specifici della propria cultura e storia, emergerebbe, secondo l’a., in modo esemplare nella città di Berlino – pure colta nella sua specificità e originalità rispetto al resto del paese. La «nuova» capitale, la «cittadella dell’Occidente illuministico» (p. 92), che si confronta nuovamente con alcuni elementi della sua esperienza prussiana, assume dunque nella «ri-composizione spaziale-architettonica dei momenti anche contrastanti del suo passato» (p. 22) un valore paradigmatico dell’intero nuovo percorso identitario tedesco.

Andrea D’Onofrio