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Gian Mario Bravo – Democrazia, socialismo e partito repubblicano. Il tedesco-americano August Becker (1814-1871) – 2002

Gian Mario Bravo
Roma, Carocci, pp. 426, euro 26,80

Anno di pubblicazione: 2002

Barba rossa, ?mente sveglia? ma ?tremendamente trascurata? secondo Mehring, ?genio dissoluto e straccione? per Carl Vogt, privo di ?consistenza interiore? per Engels, Becker fu uno scrittore democratico e rivoluzionario il cui centro di attività si colloca fra il Vormärz e il 1848-49. Autore di scritti egualitari che rivendicavano il primato tedesco nel pensiero socialista (Die Volksphilosophie unserer Tage, 1843), Becker svolse un’intensa attività giornalistica sia negli anni giovanili in Assia, sia nell’esilio svizzero sia, infine, negli Stati uniti ove emigrò nel 1853. A distanza di quarant’anni dal suo primo saggio del 1963, Bravo gli dedica una ricca e bella biografia, preceduta da una Premessa risentita e dolente che vuol essere al tempo stesso un ?lascito? e un’invettiva contro la ?scarsa sagacia? del mondo accademico.
Perseguitato per le sue idee, che inizialmente erano ispirate da ?goliardia, estro rivoluzionario, ansia di cosmopolitismo e tradizione giacobina? (p. 51), Becker si portava dietro, ovunque la sorte lo conducesse, capacità di scrittura e qualità di organizzatore di giornali e di riviste, e ovunque riusciva ad impostare discussioni sui temi ?del socialismo e del comunismo? (p. 183). Collaborò con Weitling e fu attivissimo durante la ?grande illusione? del 1848-49 fino ad essere eletto al Parlamento dell’Assia. Bravo ne documenta la vicenda politica e intellettuale al suo solito, da giornale a giornale, da articolo a articolo, con grande dettaglio e con una ricostruzione molto attenta al contesto e agli ambienti politici e culturali in cui Becker fu attivo di qua e di là dall’Atlantico, dall’Assia della restaurazione, alle polemiche contro i Marxianer degli anni Cinquanta.
Nella storia del pensiero socialista, la figura di Becker ha finito con l’essere schiacciata dalla tradizione marxista che lo ha collocato fra i Frühsozialisten, ?precursori? a volte ?generosi? ma sempre ?limitati? di Marx e di Engels. Nel suo studio sull’intellettuale tedesco-americano, Bravo non si discosta da questa tradizione, ma alla fine sembra guardare con simpatia alla “visione sociale” di questo rivoluzionario “testardo” e “coerente” (p. 414).
Proprio perché il libro è dedicato dall’autore a ?tre lettori? (p. 13), non saranno fuori luogo osservazioni legate a minuzie: in che anno è nato August Becker? Bravo indica il 1814, come documenta anche il vecchio studio di Kool e Krause del 1967; ma più recentemente E. Kickartz (?Der rote Becker?. Das politisch-publizistische Wirken des Büchner-Freundes August Becker (1812-1871), Darmstadt und Marburg, 1997), citando il documento parrocchiale di mano del padre, indica il 1812. Bravo sottovaluta il contributo di Kickartz che fra l’altro pubblica lettere inedite di Becker dall’America in grado di chiarire le ?ipotesi? sul viaggio transatlantico fatte da Bravo (p. 313): Becker partì da Liverpool il 3 aprile sul veliero Great Western e arrivò a New York dopo una traversata di oltre un mese. Il viaggio si svolse fra i maltrattamenti della ciurma ai passeggeri e Becker voleva già scriverci sopra un articolo il giorno stesso del suo arrivo.

Franco Andreucci