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Gilda Zazzara – Il Petrolchimico – 2009

Gilda Zazzara
Padova, Il Poligrafo, 90 pp., Euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2009

Questa storia del Petrolchimico ricostruisce in forma agile le vicende della maggiore fabbrica di Porto Marghera, dal 1951 ai nostri giorni, correndo sui fili di un’ampia memorialistica suscitata da una vicenda complessa quanto speciale. La storia si snoda prevalentemente intorno al movimento operaio, nelle sue variegate componenti, e alle sue lotte; ma non mancano una ricostruzione dei dibattiti sul polo industriale nei suoi rapporti con la città di Venezia e uno sguardo sintetico sulle strategie della proprietà del Petrolchimico, dalla Edison degli inizi alla odierna costellazione di joint ventures nazionali e internazionali, passando per Montedison ed Enichem.La storia del Petrolchimico, la Mirafiori del Nord-est, illustrata anche da un inserto fotografico di notevole forza evocativa, ricorda per non pochi aspetti quella del grande stabilimento dell’auto. Una classe operaia in gran parte nuova, assoggettata negli anni ’50 a una rigida disciplina produttiva, apre fin dai primi anni ’60 un ciclo di conflittualità dapprima incerta, segnata dalla paura della repressione e della perdita del posto di lavoro, per esplodere poi, sul finire del decennio, in un carica rivendicativa senza precedenti, sulla quale si innesta, fomentandola, l’attivismo dei gruppi schierati alla sinistra delle forze storiche del movimento operaio; forze, queste ultime, che faticano a contenerla nei limiti delle strategie contrattuali dei sindacati e della mediazione politica dei partiti, ma che risulteranno, specie i sindacati, radicalmente trasformate dall’ondata delle lotte, spinte all’azione unitaria, fino a recuperare, e assai per tempo, il rapporto con la massa dei lavoratori. Egualitarismo e crescente rifiuto della monetizzazione della salute costituiscono gli orizzonti del ciclo di mobilitazione a livello nazionale, che raggiungono tra i lavoratori del Petrolchimico vertici di intensità ineguagliati, in ragione dell’assenza di tradizioni professionali e dell’ambiente di lavoro drammaticamente nocivo. Al Petrolchimico il periodo dell’alta conflittualità comincia così due anni prima dell’autunno caldo e finisce due anni dopo l’autunno freddo del 1980 alla Fiat. La scoperta del rischio oncologico delle molte sostanze chimiche alla fine degli anni ’70 porterà solo vent’anni dopo al processo contro i vertici aziendali. Ma proprio il tema esplosivo della salute manterrà vive, con la somma dei drammi individuali, una attenzione collettiva e una critica a un modello di sviluppo che alle ragioni della produzione e della profittabilità d’impresa sacrifica la salute dei lavoratori e della comunità locale; non senza contraddizioni, tra le opposte esigenze di salvaguardia del posto dei lavoro e di tutela della salute e dell’ambiente, presenti anche all’interno del mondo del lavoro, come mostrano le differenti traiettorie e scelte individuali dei protagonisti di una stagione di mobilitazione nella quale gli ultimi hanno preteso di mettere in discussione il loro destino di vittime sacrificali.

Stefano Musso