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Gino Massullo (a cura di) – Storia del Molise in età contemporanea – 2006

Gino Massullo (a cura di)
Roma, Donzelli, 715 pp., euro 38,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il poderoso volume curato da Massullo affronta questioni storiografiche e metodologiche di notevole interesse, che attengono al significato di territorio, regionalizzazione, identità locali. Attraverso il caso di studio del Molise, una delle regioni più piccole, meno densamente abitate e di più recente istituzione, si dimostra come sia difficile imbrigliare lo spazio sociale in confini nettamente fissati e come sia necessario ricostruire la variabilità delle reti di relazioni verticali e orizzontali di carattere economico, sociale, culturale e politico riferibili a un territorio, tenendo presente sia i suoi rapporti pluricentrici e pluriferici, sia la rielaborazione dialettica delle spinte provenienti dall’esterno. I diciotto autori, storici e scienziati sociali, ricostruiscono i tempi e i caratteri del debole sviluppo economico della regione (I. Zilli, M. Iarossi, G. Massullo, A. Mariani), le trasformazioni del paesaggio agrario (S. Russo), gli squilibri sul piano ambientale (W. Palmieri), le dinamiche socio-economiche e i problemi ecologici legati all’uso delle risorse naturali (M. Armiero), le difficoltà di governo del territorio e di infrastrutturazione (R. Parisi, F. Mercurio), che chiamano in causa il ruolo delle classi dirigenti locali e le forze politiche (R. Colapietra, M. Marzillo) e si riconnettono in qualche modo al difficile e tortuoso processo di costruzione di un’autonomia amministrativa (E. Petrocelli). Un’autonomia che dapprima è provinciale, ottenuta nell’ambito della monarchia amministrativa francese, e poi, attraverso varie fasi, diventa regionale soltanto nel 1963. Un processo di regionalizzazione, che non nasce su presunti fattori identitari, fatti risalire ora ai sanniti, ora ai normanni, ora alla transumanza (come efficacemente argomenta Massullo), ma dall’intreccio complesso di fattori economico-sociali, di riorganizzazione delle gerarchie territoriali, di conflittualità interna, di ascesa di nuovi soggetti sociali e classi dirigenti, che durante i secoli XIX-XX, in un continuo processo di negoziazione e di contrattazione con i «centri» del potere politico, impongono e/o ottengono l’autonomia. Nel ricostruire il contraddittorio e ambiguo processo di trasformazione di un’area periferica, ma non isolata, che apre anche spazi di sociabilità (V. Lombardi), di grande interesse è l’analisi svolta in molti saggi (in particolare N. Lombardi) sul ruolo dell’emigrazione transoceanica. Essa è considerata il principale «motore» di quel dinamismo, che caratterizzò il Molise tra la seconda metà dell’Ottocento e il 1920. Il rilevante fenomeno, fatto di espatri, ritorni, ripartenze, rientri definitivi, che mise in moto processi significativi di ascesa sociale, di nuove culture politiche, di protagonismo economico, confermando in qualche modo l’analisi nittiana, che riteneva l’emigrazione «la vera causa modificatrice del Mezzogiorno», può essere considerato uno dei caratteri distintivi della via molisana alla trasformazione. Alle dinamiche demografiche e al rapporto immigrazione/emigrazione del Molise odierno è dedicato il contributo di O. Casacchia e M. Crisci. Completa infine il volume il saggio di G. Palmieri, che ripercorre utilmente le tappe e i caratteri della ricerca storica contemporanea nel Molise.

Anna Lucia Denitto