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Giorgio Rochat – Ufficiali e soldati. L’esercito italiano dalla prima alla seconda guerra mondiale – 2000

Giorgio Rochat
Gaspari, Udine

Anno di pubblicazione: 2000

Giorgio Rochat raccoglie in questo volume edito dall’editore friulano Paolo Gaspari, assai attento all’incontro tra storia militare e storia nazionale, tredici saggi pubblicati tra il 1992 e il 1998 in varie sedi o in occasioni congressuali. Il volume si qualifica però come una raccolta che ha il merito non solo di proporre materiali non sempre facilmente accessibili ma anche di offrire una densa lezione di metodo da parte del maggiore storico militare italiano.
I saggi possono essere letti infatti anche come una sorta di ripensamento globale intorno alle vicende delle istituzioni militari italiane tra la Grande Guerra e la seconda guerra mondiale, in attesa, si direbbe, che lo stesso autore produca, dopo quella scritta sul primo conflitto assieme a Mario Isnenghi, una nuova ed organica sintesi intorno al secondo.
Proposti nella versione originale, i saggi ripercorrono la vicenda istituzionale delle forze armate italiane, ma anche la realtà della vita degli uomini e dei reparti, tra la Grande Guerra (con una sorta di prologo costituito da una puntuale analisi della sconfitta di Adua) e la multiforme esperienza della seconda guerra mondiale. La raccolta è poi chiusa da due interventi (sulle caratteristiche militari della Resitenza e sulle perdite italiane nella seconda guerra mondiale). Premessa a tale arco cronologico/tematico è la somma problematica di Otto punti sulla storia militare, che rimandano al quadro complesso dei rapporti tra istituzioni militari moderne, Stato e società, alle peculiarità burocratiche degli eserciti e alla consustanzialità di essi sia alla forza ed alla funzione dello Stato, sia alle identità delle nazioni. La sacralizzazione e la funzione dei miti in tale contesto rappresentano la cerniera di queste due facce della politica di massa e chiamano in causa la natura dello Stato, la coesione delle classi dirigenti, i livelli di integrazione dei cittadini nella compagine nazionale.
Tutti gli studi nel volume si nutrono di questa prospettiva e di una solida consapevolezza delle specificità della storia italiana, integrando all’apporto di nuovi scavi archivistici una profonda conoscenza del dibattito interno ed esterno alle istituzioni militari. Così, dalla sconfitta di Adua all’analisi di Caporetto, l’attenzione è volta alla realtà militare ma anche al tessuto di rapporti che la condizionano. Analogamente, in tema di Grande Guerra, l’autore insiste sulla tenuta sostanziale del paese e delle istituzioni militari, una tenuta sorretta da quella coesione della classe dirigente che sarebbe mancata invece di fronte alla prova del 1940. Una guerra, quest’ultima, cui pure si sarebbe giunti dopo un ventennio di esaltazione nazionalista ed imperiale ed a fronte di un riconosciuto ruolo pubblico delle istituzioni militari: e lo studio del rapporto di queste con il regime, e con la corona, è in queste pagine approfondito.
La storia militare, insomma, come parte di una visione più ampia della storia del Paese.

Marco Di Giovanni