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Giorgio Spini – Dalla preistoria del socialismo alla lotta per la libertà – 2002

Giorgio Spini
Milano, Franco Angeli, pp. 159, euro 15,50

Anno di pubblicazione: 2002

Noto per accreditati studi sulle origini del socialismo, con questo volume Spini raccoglie articoli e saggi relativi al suo tema, cui unisce altri interventi volti a delineare una galleria di ?maestri di democrazia e di libertà? (p. 5): uno scritto su Garibaldi e le origini del socialismo italiano funge da trait d’union tra le due parti del libro. Mosso dal proposito di ?rimettere in circolazione? (p. 7) lavori di non facile reperibilità, per l’autore il volume ha finito con l’assumere ?il carattere di una testimonianza idealmente unitaria? su istanze ?di libertà e di pace, di umanità fraterna? di cui egli vuole sottolineare l’attualità. Dichiarato è infatti l’intento di contrastare quel ?vuoto di grandi punti di riferimento? che, nel prendere le distanza da ciò che egli definisce i ?revisionismi storiografici?, l’autore intravede ?nella storiografia italiana di questi anni e specialmente nella giovane generazione? (p. 8).
La prima parte degli scritti concerne la ?preistoria del socialismo?. Movendo dalle colonie collettiviste nordamericane, essa è coniugata con un capitolo della women history (la vicenda di Anne Marie Van Schürmann) e contempla anche la nascita di un movimento pacifista internazionale. Di particolare interesse risulta la riflessione sulle origini dei termini ?socialismo? e ?socialista?. Al tema si era dedicato anche Franco Venturi e l’autore, attraverso una comparazione tra il primo utilizzo che si ebbe (in relazione alle dottrine giusnaturalistiche) e la successiva assunzione (in Gran Bretagna) di un significato politico legato ai dibattiti economici, conclude che ?i termini socialismo e socialista ebbero bensì una circolazione notevole nel Settecento, ma con un significato assai diverso da quello che diamo loro attualmente, e che il loro uso di quest’ultimo significato risale agli anni Venti-Trenta dell’Ottocento? (pp. 48-9).
La seconda parte degli articoli riguarda invece i ritratti di protagonisti del Novecento impegnati nella lotta per affermare i valori della democrazia e della libertà, nonché per difenderli di fronte al fascismo: si tratti di Giovanni Amendola e di Carlo Rosselli, così come di Piero Godetti, visto in controluce rispetto alla sua attenzione verso il nesso tra la ?Riforma mancata? e la debole coscienza civile degli italiani. Un particolare rilievo presentano i ritratti di quei ?maestri? ? Gaetano Salvemini, Federico Chabod e Carlo Francovich ? indagati con attenzione al rapporto tra il lavoro dello storico e l’impegno civile.
Di fronte ad un volume come questo che dichiara un preciso carattere di intervento politico-culturale, si può forse osservare la diretta corrispondenza tra le ?passioni? etico-politiche dello studioso e la rivendicazione di un senso di appartenenza generazionale; secondo un percorso di formazione e di frequentazioni culturali che, in questo caso, rinvia soprattutto a Chabod e a Francovich. Oltre che un esempio di histoire bataille, il volume è quindi anche un capitolo di ?storia della storiografia? italiana vista attraverso la sua intrinseca valenza generazionale.

Maurizio Ridolfi