Cerca

Giovanna Gulli, Tommaso Lana – Le lavoratrici e i lavoratori della Borletti. Storie di vita e di lotta 1940-1963 – 2005

Giovanna Gulli, Tommaso Lana
Milano, Ediesse, pp. 157, euro 10,00

Anno di pubblicazione: 2005

Questo saggio dimostra, come altri usciti nell’ultimo decennio, la vitalità degli studi di storia sociale del mondo del lavoro. Dopo una breve introduzione che spiega lo specifico ruolo occupato dalla Borletti nell’industria meccanica milanese ? un’industria di precisione che seppe sfruttare il vasto indotto auto, acquisire marchi come la Veglia, inserirsi nel florido mercato degli armamenti come in quello oggi dimenticato delle macchine per cucire domestiche ? i due capitoli, di G. Gulli e T. Lana, ricostruiscono rispettivamente le vicende e le memorie delle lotte dei lavoratori della Borletti all’interno del movimento che dagli scioperi del 1943 portò all’insurrezione milanese del 1945, e i conflitti sindacali che attraverso i difficili anni Cinquanta portano quegli stessi lavoratori a partecipare alla lunghissima mobilitazione del contratto 1962-63 con il famoso ? soprattutto per i milanesi ? Natale in piazza Duomo, in cui gruppi di studenti intervennero accanto ai meccanici anticipando un’alleanza che qualche anno dopo sarebbe diventata rivendicazione di massa.
La Borletti era, come ricorda Susanna Camusso, segretaria generale della CGIL della Lombardia, nella sua presentazione, la ?fabbrica delle donne?. Accanto a gruppi di operai di grande specializzazione, la presenza di lavoratrici spesso alla prima esperienza e politicamente poco informate diventa una delle chiavi di lettura della storia della fabbrica. Sia nei ricordi delle testimoni del periodo della Resistenza sia in quelli degli anni Cinquanta emergono il modo peculiare delle donne di ragionare, lottare, prendersi dei rischi e anche ironizzare su di essi, la durezza dei ritmi di lavoro, soprattutto dopo l’introduzione della linea fissa e della ?cronotecnica?, ma anche la valorizzazione, che nel racconto diventa nostalgia, del lavoro come esperienza sociale, conquista di spazi non solo familiari, rete di amicizie che poi diventano fondamentali nei momenti del conflitto. Attraverso l’osservatorio della Borletti seguiamo le difficoltà dei consigli di gestione, la vitalità, immediatamente ritrovata, delle commissioni interne, la contestazione del taylorismo all’italiana, il sistema TMT, le lotte contro i conseguenti tagli dei cottimi, l’ironia con cui i lavoratori rispondevano agli stentati esordi delle Human Relations, i momenti di solidarietà, in occasione dei licenziamenti del 1958, in cui si riannodano i rapporti fra FIOM e ACLI. Si può comprendere anche l’importanza della presenza femminile in alcune rivendicazioni in cui i lavoratori della Borletti furono all’avanguardia, come la mensa e la denuncia della specifica oppressione delle donne nella disciplina e nella gerarchia aziendale. Dai racconti emergono anche le personalità di militanti spesso rimasti sempre ?in produzione?, donne e uomini uguali e diversi nei loro percorsi e nei loro ricordi, insieme a testimoni privilegiati come Fioravante Stell o Antonio Pizzinato, operaio alla Borletti e poi dirigente sindacale e politico nazionale.

Maria Grazia Meriggi