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Giovanni Aliberti – Dalla parsimonia al consumo. Cento anni di vita quotidiana in Italia (1870-1970) – 2003

Giovanni Aliberti
Firenze, Le Monnier, pp. 176, euro 11,30

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume di Giovanni Aliberti intende offrire al lettore una ricostruzione sintetica di un secolo di storia del consumo nel nostro paese, mostrandoci come le variazioni intervenute nelle condizioni materiali di vita abbiano influenzato gli stili di consumo. La ricerca integra il materiale documentario coevo, composto da libri di conti e agende familiari, raccolto dallo stesso autore, con fonti coeve di altra natura e con un ampio ricorso alla letteratura secondaria. La documentazione coeva diventa qui la base da cui partire per ricostruire le grandi linee del passaggio dall’epoca della scarsità del tardo Ottocento all’età dell’?abbondanza? iniziata negli anni Sessanta del Novecento. L’autore procede così intrecciando la ricostruzione delle tendenze generali con l’analisi minuziosa delle singole voci di alcuni bilanci familiari, al fine di mettere in luce finalità ed evoluzione delle strategie familiari di spesa. Il livello microanalitico viene, però, ben integrato dal ricorso ad indagini statistiche sulla spesa familiare, alcune delle quali realizzate durante gli anni oggetto di analisi, come nel caso dell’indagine INEA sui redditi agricoli realizzata nel periodo fascista. In tal modo viene confermata la rappresentatività dei casi scelti e l’approccio microanalitico consente di gettare uno sguardo approfondito sulle pratiche quotidiane di spesa, sulle abitudini alimentari, sulle modalità di impiego del tempo libero. Nell’indagare questi aspetti, l’autore si mostra anche ben consapevole della necessità di tenere conto della comparazione con altri casi nazionali, come nel caso del fabbisogno alimentare operaio. La ricerca consente non solo di descrivere il mutare della composizione merceologica dei bilanci familiari, ma anche e soprattutto di metterne il luce le implicazioni socioculturali, illustrando il cambiamento delle stesse modalità di fruizione dei beni, come testimonia l’abbandono dell’abitudine di fare provvista di beni alimentari ? tipica usanza dell’economia contadina e ancora diffusa nel primo Novecento ? che, negli anni del benessere, lasciò il posto alla pratica urbana della spesa giornaliera. Che il consumo sia una pratica culturale complessa, del resto, è confermato dal persistere di timori nei confronti dell’ampliamento della possibilità di consumo. Come ben documenta l’autore, molti osservatori (laici e cattolici) temevano che un tale allargamento potesse introdurre elementi di degrado nella vita sociale del paese ? un timore che si è protratto almeno fino agli anni Settanta del Novecento.

Stefano Cavazza