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Giovanni Ancarani – La cooperazione cattolica nel Varesotto. A proposito di cattolici e società civile nell’Italia liberale – 2001

Giovanni Ancarani
Milano, Franco Angeli, pp. 107, euro 11,36

Anno di pubblicazione: 2001

Nel passato gli studi dedicati al movimento cooperativo hanno svolto un ruolo importante per la scoperta della dimensione ?associata? del vivere. Il libro dell’autore si inserisce all’interno di questa ricca e importante tradizione di studi. Esso, in prosa agile e asciutta, rappresenta lo stato delle esperienze e delle iniziative cattoliche in un’area marginale e storicamente ?anonima? qual è stata quella del varesotto in età giolittiana. L’intenzione di fornire una mappa sinotticamente completa del movimento cattolico in quel pezzo di Lombardia costituisce un merito, specie in assenza di una significativa tradizione storiografica sul tema. Nel volume, infatti, vengono fornite preziose informazioni a proposito dei protagonisti di quell’esperienza e del loro rapporto con l’episcopato ambrosiano. Ugualmente, viene fornito un elenco delle testate cattoliche della zona e dei loro principali orientamenti. Tuttavia, tale cura finisce per distogliere l’autore dal mantenere le promesse fatte nel titolo poiché l’oggetto storiografico in questione (il movimento cooperativo, i suoi rapporti con il resto del mondo cattolico e con le vicende socio-economiche dell’epoca) risulta poco messo a fuoco. Solo accennato, per esempio, è il tema dell’atteggiamento cattolico nei confronti della crisi agraria di fine secolo e della conseguente piaga dell’emigrazione. Allo stesso modo, alcuno spessore dialettico è riconosciuto a un’esperienza che, in tale modo, pare appiattita nel semplice ruolo di iniziale motore della storia del movimento cattolico nel Varesotto. Inoltre, anche nell’ipotesi in cui si voglia ipotizzare un’intenzione più vasta, tesa a dare conto della storia più generale del movimento cattolico della zona, alcuni limiti si palesano. Del tutto assente è la riflessione a proposito della sua dimensione politica, intesa sia nel suo aspetto ?interno? (poco o nulla viene detto, infatti, sull’impatto della crisi modernista), sia in quello ?esterno? del rapporto con le istituzioni liberali (nel voto amministrativo, per esempio). Un ultimo appunto può essere fatto a proposito della scelta di arrestare la trattazione degli eventi agli esordi dell’età giolittiana. Il lettore attento, infatti, non potrà che provare delusione nel non potere seguire l’evoluzione del movimento cattolico nel Varesotto in un periodo cruciale per la definizione di nuovi assetti e identità all’interno del cattolicesimo italiano. Poiché uno dei meriti dell’autore è proprio quello di evidenziare la stretta dipendenza nei confronti di Milano da parte dell’area (marginale all’interno della diocesi e, quindi fortemente dipendente dal suo centro), cresce il dispiacere se si pensa alla possibilità offerta dal Varesotto quale osservatorio privilegiato per analizzare l’evoluzione del movimento cattolico in una zona cruciale quale fu quella lombarda, in generale, e ambrosiana, in particolare. Il volume rappresenta, comunque, un indispensabile punto di partenza a cui si spera possano seguire ulteriori studi e approfondimenti.

Andrea Baravelli