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Giovanni Arrighi, Beverly J. Silver – Caos e governo del mondo – 2003

Giovanni Arrighi, Beverly J. Silver
Milano, Bruno Mondadori, pp. VIII-374, euro 26,00

Anno di pubblicazione: 2003

Esiste un diffuso consenso intorno al fatto che la fine del secolo XX abbia rappresentato un momento di profonda crisi dell’ordine politico mondiale. Ciononostante, risulta assai piú controverso stabilire se ad entrare in crisi sia stato l’equilibrio delle relazioni internazionali della guerra fredda (Hobsbawm) o se al contrario abbiamo assistito all’epilogo dell’epoca ?liberale? apertasi con la Rivoluzione francese o addirittura del sistema degli Stati nazionali emerso dalla pace di Westfalia del 1648 (Wallerstein, Rosenau). Analoghe ambizioni sistemiche mostrano Giovanni Arrighi e Beverly Silver, il primo figura di spicco della tradizione dell’analisi sistemica creata intorno al Fernand Braudel Center, la seconda sociologa del lavoro interessata alla storia del conflitto di classe come fenomeno globale (Forces of labor: workers movements and globalization since 1870, Cambridge, Cambridge University Press, 2003). Nel libro, l’attuale fase storica viene interpretata come una ?transizione egemonica? caratterizzata dalla perdita di capacità di regolazione del sistema del potere mondiale da parte degli Stati Uniti. Gli autori guardano alla crisi della egemonia americana nella prospettiva storica delle due precedenti transizioni dell’epoca moderna, quella di fine ?700 (dall’egemonia olandese alla britannica) e quella di fine ?800 (dalla britannica alla statunitense). L’idea forte si basa sul concetto di ?ciclo egemonico? endogeno. In una prima fase, si assiste all’affermazione di uno Stato in grado di acquisire le risorse strategiche, finanziarie e ideologiche necessarie all’affermazione di un determinato insieme di principi, norme e regole di comportamento interstatale. In un secondo momento, l’espasione sistemica erode le basi stesse della struttura egemonica esistente ? una ?transizione? segnata dall’aumento delle rivalità interstatali e della competizione tra imprese, dall’intensificazone dei conflitti sociali e dall’emergere interstiziale di nuove configurazioni di potere ? determinando finalmente una situazione di ?caos? sistemico. Tale situazione di disorganizzazione verrebbe superata solo nel momento in cui un nuovo leader, centralizzando le capacità sistemiche, consenta l’emergere di un nuovo assetto egemonico (pp. 25-40). I vari capitoli analizzano le similarità e le differenze tra le tre transizioni egemoniche da differenti prospettive: quella della ?industrializzazione della guerra? (la congiunzione tra espansione finanziaria e equilibrio geopolitico, pp. 43-112); quella della crescente competizione tra modelli impresariali dominanti (pp. 113-174); quella dell’economia politica dell’egemonia (la formazione e disintegrazione di blocchi sociali a sostegno dell’ordine esistente, pp. 175-250); e infine quella dello scontro tra Occidente e le civiltà dell’Asia meridionale e orientale (pp. 251-314). Il dominio da parte degli autori di una enorme e composita letteratura (con una sorprendente eccezione: la recente storia economica della prima globalizzazione ? dimenticanza o voluto oblio?) e l’originalità delle interpretazioni proposte, fanno del libro una lettura senza dubbio stimolante

Stefano Battilossi