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Giovanni Buccianti – Enrico Mattei. Assalto al potere petrolifero mondiale – 2005

Giovanni Buccianti
Milano, Giuffré, pp. XVII-308, euro 26,00

Anno di pubblicazione: 2005

Questo volume si aggiunge alla già cospicua bibliografia su Enrico Mattei, proponendo, della sua sfida allo strapotere delle grandi compagnie petrolifere, una lettura fortemente condizionata dall’ipotesi che la morte di Mattei sia stata opera di un complotto internazionale, ordito da forze oscure. L’autore, nel corso della narrazione, non riesce a impedire che l’accuratezza critica dello storico sia sopraffatta dalla tentazione di semplificazioni preconcette. Ciò gli permette di confezionare un prodotto forse attraente per una comunità più vasta di quella degli addetti ai lavori, ma tale da suscitare perplessità in chi ritiene indispensabile mantenere ben fermi i paradigmi del rigore scientifico anche ? anzi soprattutto ? nel caso di un’opera che vuole avere carattere divulgativo. La debolezza è chiara fin dall’introduzione al volume. Nella lunga lista di archivi consultati che l’autore pone quasi come epigrafe apodittica del suo libro, non compare la sede che avrebbe dovuto essere privilegiata, l’Archivio storico dell’ENI, ufficialmente aperto da poco ma, come è noto ai non pochi studiosi che vi hanno svolto ricerche, accessibile da anni, anche quando presumibilmente Buccianti ha svolto la sua ricerca. Questa lacuna non è certo colmata da fonti cui l’autore attribuisce la capacità di garantire alla sua opera contenuto innovativo: sulla base dell’apparato delle note, la consultazione degli archivi russi ha prodotto non più di cinque documenti (uno dei quali già conosciuto nella versione italiana); nelle loro interviste al Buccianti, Cefis e Pirani non aggiungono molto a ciò che già avevano detto a giornalisti e ad altri studiosi che si erano occupati di Mattei (senza contare i loro fascicoli nominativi nella collezione Interviste conservata negli archivi dell’ENI); il colloquio con Cheysson non fa che confermare quanto gli stessi Pirani e Cefis avevano già avuto modo, e a più riprese, di ricordare. Quanto poi alla bibliografia citata nelle note, balza agli occhi la sua modestia, l’assenza delle opere più recenti dedicate al tema, mentre imbarazza il ricorso a volumi meramente divulgativi, difficili da collocare in ambito storiografico. I limiti documentari, gravi in sé perché legittimano dubbi sull’esattezza delle informazioni fornite, diventano ancora più rilevanti se associati alla scelta di far procedere il discorso lungo binari tematici e non cronologici: una scelta in sé felice, ma solo se costruita su solidissime basi. Così invece non è; e il risultato è fatto di consistenti ingenuità, evidenti contraddizioni e vistose confusioni nell’ordine degli eventi descritti. Così ?la narrazione? si aggrappa all’ancora di vecchi cliché. Cliché, appunto, la cui verifica l’autore indica giustamente, nella premessa, come un obiettivo da affrontare e sciogliere ma che invece si trasformano in un inconfutabile assioma solo da confermare. Spiace che a questo volume facciano difetto l’attenzione, la curiosità e il rigore che dovrebbero essere i ferri del mestiere di ogni storico.

Ennio Di Nolfo