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Giovanni Orsina (a cura di) – Fare storia politica. Il problema dello spazio pubblico nell’età contemporanea – 2000

Giovanni Orsina (a cura di)
Rubbettino, Soveria Mannelli

Anno di pubblicazione: 2000

Con questo libro la casa editrice Rubbettino inaugura la collana Storia politica, fondata con il fine di ospitare principalmente studi di giovani ricercatori. Il volume, al confine fra storia della storiografia e analisi della metodologia storica, vuole contribuire alla definizione di strumenti analitici originali per l’indagine storica del politico. Il riconoscimento dell’autonomia di questa sfera dell’agire umano è il tratto distintivo del revival della storia politica che ha segnato, con percorsi peculiari, le storiografie europee a partire dagli anni ottanta, influenzando finanche il rinnovamento della storia delle relazioni internazionali (Elena Aga Rossi). Una prima serie di contributi indaga i rapporti fra storia politica e storia religiosa (Francesco Traniello), storia economica (Vera Zamagni), storia della cultura (Niccolò Zapponi). Alfio Signorelli esamina in un quadro comparato la nuova storiografia italiana sull’Ottocento, fornendo preziose indicazioni di ricerca per una storia sociale della politica che individua come terreno ideale di studio i sistemi e le pratiche elettorali. Gli altri saggi, opera di Paolo Pombeni, di Gaetano Quagliariello e del curatore, costituiscono il fulcro della pubblicazione e si configurano come i più densi metodologicamente, formulando una proposta forte di statuto e di campi di studio per la nuova storia politica. Se Pombeni affronta in termini problematici la costruzione di una “cassetta degli attrezzi” per la storia politica comparata, gli allievi Quagliariello e Orsina, protagonisti della stagione storiografica che ha avuto come oggetto e strumento privilegiati di analisi la “forma-partito”, propongono, da punti prospettici differenti, di adottare la nozione di spazio pubblico nello studio della storia politica. Quagliariello traccia un breve, ma approfondito profilo della storia dei partiti politici nella contemporaneistica italiana del secondo dopoguerra, e, riflettendo criticamente sulla fase di studi “pombeniana”, sostiene che il ruolo del partito, inteso quasi come un’istituzione di natura pubblicistica, vi è stato sopravvalutato rispetto al fattore personale e agli altri attori del sistema politico. Il passaggio “dalla storia dei partiti alla storia dello spazio politico” avrebbe il pregio di riconnettere tre ambiti analitici: “la dimensione geografica della politica”, “i conflitti politici permanenti”, “la mutevole rilevanza dei soggetti che agiscono nelle arene politiche” (p. 112). Partendo da un’ampia esplorazione della storiografia politica inglese, che ha conosciuto negli anni novanta un profondo rinnovamento metodologico ed epistemologico (in particolare a seguito del linguistic turn), caratterizzato da una radicale rivisitazione interpretativa dell’Ottocento, Orsina delinea, infine, i tratti fondamentali dello spazio pubblico: storicità, interdipendenza delle componenti, struttura normativa, sia pur condizionata dalla velocità dei tempi storici, e ruolo centrale delle risorse retoriche, ideologiche e simboliche.

Gian Luca Fruci