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Giovanni Orsina (a cura di) – Il Partito Liberale nell’Italia repubblicana. Guida alle fonti archivistiche per la storia del PLI: Atti dei congressi e consigli nazionali, statuti del PLI, 1922-1992, presentazione di Valerio Zanone – 2004

Giovanni Orsina (a cura di)
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, pp. 74, euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2004

Lodevole è l’iniziativa della Fondazione Einaudi di Roma di pubblicare in volume (con annesso DVD-ROM) un corposo numero di inventari e descrizioni di fondi archivistici relativi alla storia del PLI, insieme agli atti dei consigli nazionali e dei congressi nazionali dalla fondazione ufficiale del Partito al 1992.
Tralasciando, per ovvi motivi di spazio, l’analisi delle interessanti schede archivistiche contenute nel volume, è bene soffermarsi sul saggio introduttivo di Orsina: Il luogo politico del Partito Liberale nell’Italia repubblicana. È opportuno osservare subito che, nonostante il titolo, questo saggio si concentra principalmente sulla figura di Giovanni Malagodi, riservando le ultime pagine alla svolta del 1976 e all’avvento della sinistra di Zanone alla Segreteria del Partito. L’autore esordisce rilevando che ?la storiografia sull’Italia repubblicana non ha trattato bene il Partito Liberale [?]; i libri che si occupano in generale della storia politica italiana prestano di solito ai liberali scarsissima attenzione? (p. 11). Questa affermazione, basata com’è sull’analisi di opere di ?storia della società? (Orsina fa espresso riferimento ai volumi di Scoppola, Lepre, Ginsborg, Mammarella e Lanaro), andrebbe forse attenuata tenendo presente lo sviluppo delle opere di sintesi di storia dei partiti, nelle quali il ruolo del PLI, se non è posto al centro della trattazione, viene comunque analizzato nei suoi caratteri generali.
Per quanto Orsina insista nel sottolineare ?la coerenza e il carattere non anacronistico né irrealistico? (p. 36) della politica liberale tra gli anni Cinquanta e Sessanta, è legittimo rintracciare proprio nella visione malagodiana così scarsamente attenta ai mutamenti in corso nella società italiana di quegli anni, il motivo per il quale molti studiosi non hanno dato grande rilievo all’azione del PLI. Del resto sono proprio gli interessanti documenti pubblicati da Orsina in questa sede a rafforzare l’immagine di un Malagodi incapace di ?tastare il polso? alla società italiana, restando fermo su posizioni di catastrofistico allarmismo di fronte al progetto di allargamento dell’area della legittimità voluto da Moro; a quest’ultimo che lo invitava alla duttilità a proposito dell’apertura a sinistra, Malagodi scriveva nell’ottobre 1961: ?Un governo appoggiato dal PSI metterebbe in moto una reazione a catena in senso neutralistico che ci porterebbe fuori dal mondo libero e in braccio ai Soviet? (p. 26).
Al di là dell’interpretazione sul ruolo di Malagodi di fronte all’evoluzione della società italiana, rimane il fatto che ?la storia del Partito Liberale italiano è tutta da scrivere? (p. 7); alla luce della notevole messe di documentazione inventariata e presentata agli studiosi, è lecito auspicare che presto la comunità scientifica possa iniziare a colmare questa lacuna.

Paolo Carusi