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Giovanni Vetritto – La parabola di un’industria di Stato. Il Monopolio dei tabacchi 1861-1997 – 2005

Giovanni Vetritto
Venezia, Marsilio, pp. 159, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2005

Poco si sa ancora oggi della storia delle ?privative fiscali? (tabacchi, sale e lotto), monopoli pubblici che ? pur nella varietà delle forme gestionali/amministrative via via assunte nel tempo ? attraversano tutta la storia dell’economia e dell’amministrazione italiane, fornendo sovente un gettito essenziale per la salute delle finanze statali. Qualsiasi tentativo di ricostruzione delle vicende quantitative e qualitative del settore pubblico, in particolare dei mutevoli confini dello Stato imprenditore, non potrà dirsi completo senza una preventiva ricostruzione delle linee essenziali del loro sviluppo: basti pensare che, nel 1862, anno della sua estensione a tutto il paese, il Monopolio tabacchi dava lavoro a circa 15.000 addetti e forniva il 12 per cento dell’intero gettito erariale.
Proprio dal settore tabacchi peraltro viene qualche promettente segnale: già oggetto qualche anno fa di un innovativo convegno, ora è al centro di questo volume. L’autore, funzionario ministeriale e studioso dell’amministrazione, ripercorre in un agile contributo la plurisecolare vicenda del Monopolio tabacchi in un’ottica principalmente di storia amministrativa: ciò lo porta a trascurare un po’ troppo, forse, gli aspetti più strettamente economici e imprenditoriali.
La parabola del Monopolio viene accostata all’immagine di una curva di Gauss, avente il suo apice nell’età giolittiana. Fu questo l’unico periodo nel quale la contraddizione insita nella duplice natura della privativa ? burocratico fiscale e industrial-produttiva ? si risolse a favore della seconda (è il periodo del successo del sigaro toscano e delle sigarette Macedonia e Serraglio). Prima vi erano state le difficili fasi degli anni postunificazione, con la privativa connotata da una struttura macchinosa, sovradimensionata e inefficiente, conseguenza delle 12 manifatture preunitarie ereditate, e poi della Regìa cointeressata, con l’appalto della gestione ai privati, unici beneficiari di tale infelice tentativo di ibridazione. Il ritorno al monopolio statale, in effetti, inaugurò la felice stagione della ?informale? autonomia amministrativa, connotata da innovazioni tecnologiche e dall’ammodernamento delle pratiche gestionali e organizzative. Invece, nel contesto di crescente burocratizzazione del fascismo, il riconoscimento formale del 1927 di un’amministrazione autonoma implicò paradossalmente un’inversione di tendenza, destinata ad avere effetti perversi nel lungo periodo, con una progressiva deriva in senso burocratico-ministeriale e fiscale. Nel dopoguerra, poi, l’azienda tabacchi vide accentuarsi tale tendenza, a scapito nuovamente della sua vocazione tecnica e industriale. Aggravato da pratiche assistenziali di matrice politica e segnato da gravi scandali, il processo di ?sclerotizzazione? verrà malinconicamente concluso solo dalla recente privatizzazione.

Pierangelo Toninelli