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Giovanni Vian – «La Voce di San Marco» (1946-1975) – 2007

Giovanni Vian
Padova, Il Poligrafo, 130 pp., Euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2007

A partire da un sistematico spoglio delle annate de «La Voce di San Marco» Giovanni Vian offre una puntuale ricostruzione delle alterne vicende del settimanale dei cattolici veneziani nei tre decenni della sua storia; una storia che si snoda dall’immediato secondo dopoguerra – quando il giornale rimpiazza il precedente «La Settimana Religiosa», anche per marcare le distanze rispetto alla lunga stagione del fascismo – alla metà degli anni ’70, quando giunge a conclusione il lungo declino del settimanale. Un periodo cruciale, questo, per l’Italia repubblicana e per Venezia, che si deve misurare con il definitivo sviluppo dell’area industriale di Porto Marghera e le connesse dinamiche di riequilibrio demografico fra le diverse aree del comune indotte dalle trasformazioni socio-economiche in atto e dagli altri problemi legati alle esigenze della salvaguardia della zona lagunare. È un periodo cruciale anche per la Chiesa cattolica, che dalla stagione della radicale contrapposizione ideologica al socialcomunismo e dello stretto collateralismo al partito cattolico viene traghettata da Giovanni XXIII all’«aggiornamento» conciliare che cederà a sua volta il passo, a Venezia come altrove, ai fermenti e alle inquietudini tipiche della complessa fase postconciliare.Di tutta questa parabola la diocesi lagunare rappresenta un osservatorio particolare, sia per la statura e il ruolo dei tre patriarchi che in questi anni si avvicendano – Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni Urbani e Albino Lucani -, sia per la presenza di una vivace leadership democristiana che negli anni ’50 fa di Venezia un laboratorio della nuova formula politica del centro-sinistra. Organo saldamente sottoposto al controllo delle locali autorità ecclesiastiche e per molti versi «specchio» sui generis della Chiesa e dei cattolici veneziani, su tutti questi passaggi «La Voce di San Marco» intende offrire un proprio specifico punto di vista. Punto di vista di cui Vian ricostruisce attentamente il dipanarsi individuando, nella storia del settimanale, la successione di tre fasi principali: un periodo iniziale, corrispondente agli anni dell’immediato dopoguerra, in cui il giornale rappresenta sostanzialmente uno strumento politico e culturale del centrismo; una seconda, difficile stagione, che va dalla metà degli anni ’50 al 1962, in cui esso si mostra abbastanza critico di fronte alle prime ipotesi di «apertura a sinistra», non senza manifestare una certa distanza dalla linea di prudente riserbo verso la politica adottata prima dal patriarca Roncalli e quindi di cauto favore verso la nuova formula politica espressa da Urbani e da altri ambienti del cattolicesimo veneziano; una terza fase in cui, dopo il suo riallineamento alle posizioni del patriarca, alla «La Voce di San Marco» è chiesto di contribuire al rinnovamento della Chiesa veneziana accordandosi al diapason conciliare.Pur senza mai riuscire a trasformarsi in un vero «specchio» della diocesi, il settimanale rappresenta dunque un interessante luogo di osservazione delle dinamiche che attraversano in quegli anni il cattolicesimo veneziano e in questo senso la puntuale ricostruzione di Vian aggiunge un tassello utile a una più approfondita conoscenza.

Silvia Scatena