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Giulia Iacuzzi e Alberto Gagliardo – Ebrei a Cesena, 1938-1944. Una storia del razzismo di Stato in Italia – 2002

Giulia Iacuzzi e Alberto Gagliardo
Prefazione di Valerio Marchetti, Cesena, Il Ponte Vecchio, pp. 174, euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume pubblica la ricerca promossa dall’Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea in occasione della Giornata della memoria del 2002 e mostra, secondo quanto scrive Valerio Marchetti nella Prefazione (p. 7), ?come, in tutte le fasi (dal primo censimento in avanti), mentre veniva portata al massimo livello di efficienza la macchina propagandistica a livello nazionale e territoriale [?], i diversi organi periferici dello stato, siano impegnati, con estremo zelo burocratico, ad applicare i Provvedimenti per la difesa della razza [?]?.
La ricerca si inserisce nel filone di studi avviato dal cinquantesimo anniversario delle leggi razziali che indaga sull’applicazione reale del corpus legislativo promulgato a partire dal settembre 1938 contro gli ebrei italiani e stranieri residenti nella penisola, sulla base di un lavoro di scavo condotto negli archivi locali. Lo stesso Marchetti ha diretto la prima ricognizione della documentazione disponibile a livello regionale (L’applicazione della legislazione antisemita in Emilia Romagna, a cura di V. Marchetti, Bologna, Il Nove, 1999).
Gli autori ripercorrono brevemente la storia della piccola comunità ebraica cesenate, dalle origini al Settecento, e dalla Rivoluzione francese alla fine dell’800, legata essenzialmente a due nuclei familiari, i Jacchia e i Saralvo. L’analisi del rapporto fra ebrei e fascismo, della propaganda e della preparazione dei provvedimenti fra il febbraio e l’agosto 1938 incrocia il quadro generale con puntuali riscontri e richiami alla situazione locale; ne risulta una trattazione utile e efficace, evitando ? come talvolta accade ? che la ricostruzione rimanga solo strettamente legata alla storia locale, e dando così rilievo alle specificità del territorio preso in esame.
Ampio spazio viene dedicato al censimento dell’agosto 1938. Il caso del Forlivese e di Cesena mostra quanto l’applicazione sia stata zelante anche in una piccola comunità e svela i meccanismi burocratici ad essa preposti: nel primo censimento venivano registrate come appartenenti alla ?razza ebraica’ dodici famiglie, per un totale di quarantuno persone, di cui solo quattro nuclei familiari si riconoscevano come ebrei. Sulla base della documentazione conservata presso l’Archivio di Stato di Forlì e delle testimonianze, vengono illustrate le azioni, le reazioni e le umiliazioni che dovettero subire gli ebrei cesenati: l’allontamento dalle scuole, dall’impiego pubblico, dalla vita politica, culturale e sociale.
Dopo l’8 settembre 1943 anche Cesena entrò nella sfera dell’applicazione della ?Soluzione finale? messa in atto in Italia dall’occupante nazista con il concorso dei fascisti italiani. L’ultima tappa fu rappresentata dal sequestro totale dei beni immobili e delle aziende e dagli arresti e dalle deportazioni verso i campi di sterminio. Gli autori seguono le vicende dei 21 ebrei cesenati ; storie di fuga, di arresti, di deportazioni e di aiuto ricevuto, che sono esemplificazioni della sorte che toccò al complesso degli ebrei italiani e stranieri presenti nella zona d’occupazione tedesca.

Valeria Galimi