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Giulio Guderzo – L’altra guerra. Neofascisti, tedeschi, partigiani, popolo in una provincia padana. Pavia, 1943-1945 – 2002

Giulio Guderzo
Bologna, il Mulino, pp. 851, euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2002

Frutto di molti anni di lavoro, questo ponderoso libro offre una minuziosa ? ma per ciò stesso affascinante ? ricostruzione non solo delle vicende militari, ma anche della vita quotidiana nella provincia pavese al tempo dell’occupazione tedesca e della Resistenza. Innumerevoli le fonti d’archivio utilizzate, spaziando dalle carte dell’Archivio Centrale dello Stato a quelle custodite presso il locale Istituto per la storia della Resistenza, dai notiziari della GNR alla documentazione di origine partigiana, da fondi privati ai libri delle cronache parrocchiali e ai diari di diversi preti, per non parlare delle testimonianze orali. Da segnalare il fatto ? importante, anche perché non ancora divenuto consueto in tali ricerche ? che l’autore abbia utilizzato parecchi fondi archivistici stranieri: americani, inglesi e tedeschi, comprendendo anche la documentazione dell’Office of Strategic Services, in modo da precisare esaurientemente, tra l’altro, il rapporto tra missioni alleate e attività partigiana. Va peraltro segnalata, in questo ricchissimo panorama, la lamentela di Guderzo per gli ostacoli ancora esistenti alla consultazione del materiale dell’Archivio di Stato di Pavia: una lamentela che va peraltro estesa ad analoghi istituti di altre province, nonché agli archivi diocesani, per lo più irrimediabilmente chiusi.
La ricostruzione prende le mosse dall’8 settembre 1943 e dalle scelte fatte nei giorni successivi, per giungere poi alla ?resa dei conti? della primavera 1945. Sono affrontati di conseguenza temi cruciali quali, per esempio, il rapporto tra città e campagna, tra popolazione e Resistenza, tra clero e partigiani. Molto spazio è dato ai rastrellamenti compiuti dalle truppe germaniche (comprendenti tra l’altro reparti composti da uomini di origine asiatica, quali la divisione Turkestan, terrore della popolazione civile, che definì sbrigativamente ?mongoli? quegli occupanti). Complessivamente ? anche a causa della diversa rilevanza delle vicende resistenziali ? è dato maggior spazio alla zona collinare e montagnosa dell’Oltrepò rispetto alla città di Pavia e alla pianura.
Di un libro di tale mole e minuzia, è impossibile entrare in particolari ulteriori. Si può aggiungere solo che Guderzo, forte anche della sua riconosciuta esperienza e autorevolezza di storico, fa tesoro di tutte le più recenti acquisizioni della storiografia in materia. Egli esamina pertanto con attenzione le diverse motivazioni dei protagonisti, non evita i problemi più cruciali (come per esempio le rivalità e le tensioni interne al movimento partigiano), interviene con garbata polemica sulla questione del cosiddetto ?attendismo?, rilevando come nella popolazione civile fosse rintracciabile ?tutta una gamma di comportamenti accomunati dal sostanziale rigetto della legalità ? e dunque dello Stato ? neofascista? (p. 63).
Questo lavoro può insomma risultare molto utile anche al di fuori dei confini locali, per chiunque si occupi di quei tragici anni.

Giorgio Varsori