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Giulio Vignoli – La vicenda montenegrina. L’inesistente indipendenza del Montenegro nel 1941 – 2002

Giulio Vignoli
Genova, Edizioni Culturali Internazionali Genova, pp. 112, euro 10,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il saggio di Giulio Vignoli, docente di Diritto dell’Unione Europea presso l’Università di Genova, vuole offrire un contributo all’indagine sulle relazioni italo-montenegrine nel periodo tra le due guerre mondiali. Dedicato alla memoria della regina Elena, principessa Petrovic-Niegosc convolata a nozze con l’erede al trono di casa Savoia Vittorio Emanuele, il volume ha uno spirito dichiaratamente “militante”: il connubio tra ricerca e “impegno sociale e politico”, tra “cultura e azione”, auspicato a chiare lettere in una breve nota conclusiva (p. 93), si richiama senza reticenze alla tradizione monarchica.
Sulla base della documentazione in lingua italiana conservata negli archivi del Montenegro, l’autore ricostruisce l’insediamento delle autorità di occupazione italiane nel 1941 e mette l’accento sul tramonto di ogni ipotesi di un’unione dinastica con l’Italia. Il trono domina la ricostruzione dei rapporti tra Italia e Montenegro sia per la centralità attribuita al matrimonio Petrovic-Savoia nelle relazioni tra i due paesi, sia per la convinzione che, in un contesto novecentesco agitato dall’avvicendarsi di regimi politici, la monarchia si attesti come unica autentica depositaria dei valori più profondi dell’identità nazionale, al di là e al di qua dell’Adriatico.
L’appassionata perorazione della causa indipendentista del Montenegro si confonde con il rimpianto del passato sabaudo. La nostalgia per la Corona perduta alimenta una lettura della storia italiana in chiave anti-repubblicana: dall’equazione tra avvento della Repubblica e decadenza morale dell’Italia, al motivo del presunto tradimento della memoria storica “effettuato per 50 anni dai comunisti titini – aiutati in questa squallida opera dai loro servi italiani” (p. 39), fino al rimpianto dei fasti imperiali dell’Etiopia, qui depurati di ogni riferimento ai gas di Mussolini.
La forte caratterizzazione polemica della figura di Elena di Savoia fa riflettere sulla difficoltà della tradizione monarchica di proporre miti unificanti dell’identità nazionale italiana. La regina ?buona?, infatti, assurge a emblema della contrapposizione tra due Italie irrimediabilmente antagoniste: “Passano i regimi – scrive Vignoli – ma Elena ? “Signora della carità benefica” (come la definì Pio XII alla sua morte) – vive ancora, vive in Montenegro e vive nel cuore degli Italiani onesti, consci di sé, che non si sono rinnegati, non corrotti dai regimi della Repubblica che tutto ha cercato di sporcare, di lordare, di insozzare” (pp. 27-8).

Lidia Santarelli