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Giuseppe Abbruzzo – Giovan Battista Falcone, segretario della Spedizione di Sapri – 2011

Giuseppe Abbruzzo
Soveria Mannelli, Rubbettino, 221 pp., Euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2011

Il profilo di un giovane militante del liberalismo meridionale, Giovan Battista Falcone, è ricostruito da Giuseppe Abbruzzo. Il suo libro è utile per conoscere alcuni aspetti della lotta politica nella fase finale del Regno delle Due Sicilie. La Calabria interna della prima metà dell’800 è lo sfondo della formazione del giovane Falcone. Si tratta di uno dei territori dove il conflitto civile meridionale fu più intenso, dall’impresa di Ruffo nel 1799 fino alla travolgente campagna garibaldina del 1860. La Calabria fu anche il teatro dei fatti più sanguinosi del 1848 meridionale, oltre che del liberalismo più radicale. Il mondo in cui si inserì il giovanissimo Falcone, la rete studentesca degli anni ’50, era fatto dai giovani che avevano conosciuto il 1848 calabrese o ne erano profondamente influenzati. Era il mondo degli universitari militanti, di quei fuorisede che giungevano a Napoli dalla provincia, formavano i focolai del liberalismo più appassionato, tenendo in continua tensione le forze di sicurezza borboniche. Questi ambienti esprimevano molti dei quadri della cospirazione politica del Regno delle Due Sicilie. Inoltre influenzavano persone e gruppi degli stessi territori con cui si incontravano nella capitale. Tra questi era il militare Agesilao Milano, l’autore dell’attentato a Ferdinando II. Proprio il suo fallito tentativo provocherà inevitabilmente dure reazioni, con retate ed arresti tra gli studenti calabresi. Molti, tra cui Falcone, amico di Milano, fuggiranno in esilio.Il giovane calabrese, lasciato il Regno, diventò uno degli uomini di fiducia del centro operativo nazionalista che Nicola Fabrizi animava da molti anni a Malta. Fu proprio Fabrizi, ricorda l’a., a inviarlo a Genova per raffreddare gli entusiasmi di Mazzini e Pisacane sulla possibile spedizione rivoluzionaria da compiere nel Mezzogiorno. La futura impresa di Sapri si svolse nel delicato passaggio che portò all’unificazione del nazionalismo italiano intorno al Piemonte di Cavour. Pertanto la preparazione era al centro di animate e controverse opinioni politiche, tra gli esuli e tra i dirigenti unitari, oltre che all’interno del movimento democratico, in gran parte perplesso o contrario alla Spedizione. Falcone, ancora giovane e politicamente inesperto, non era certo in grado di condizionare i grandi protagonisti della battaglia politica italiana. Fu rapidamente coinvolto dal contagioso attivismo di Mazzini e dalla determinazione di Pisacane, diventando uno dei suoi luogotenenti. Abbruzzo ricostruisce la vicenda della Spedizione, dall’assalto alla guarnigione di Ponza, fino allo sbarco a Sapri e al tragico epilogo di Sanza. In quei giorni drammatici Falcone e Nicotera cercarono, senza successo, di convincere Pisacane a modificare la sua strategia. Anche il giovane calabrese fu ucciso a Sanza, insieme al suo comandante. Dopo l’Unità diventò uno dei riferimenti del martirologio liberale calabrese, come ricorda in conclusione l’autore.

Carmine Pinto