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Giuseppe Motta – Un rapporto difficile: Romania e Stati Uniti nel periodo interbellico – 2006

Giuseppe Motta
Milano, FrancoAngeli, 192 pp., euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2006

Un progetto apprezzabile, ma non realizzato come sarebbe stato opportuno. La scelta dell’oggetto di studio e la partizione degli argomenti sembrano giuste o possono suscitare un ragionevole dibattito, tenendo conto che i rapporti tra USA e Romania non solo sono ignoti alla nostra storiografia, ma sono poco studiati dalla storiografia in genere. Dunque, si offriva a G. Motta un’ottima occasione. La realizzazione di questa non facile impresa, però, pare essere ancora un po’ in divenire, nonostante gli sforzi del giovane studioso il quale non convince quando entra nel merito. Avendo a disposizione una quantità notevole di interessante materiale documentario (in primo luogo documenti statunitensi in copia microfilmata conservata a Bucarest), infatti, egli non riesce a dominarlo, fermandosi a un suo uso descrittivo. Sintomatica è perciò la brevità delle conclusioni e inevitabili sono le ripetizioni. Vi è poi da rilevare un certo disordine espositivo: nel racconto storico si procede con sbalzi cronologici senza serio motivo e spesso senza avvertire il lettore il quale ? se non è più che esperto ? può perdersi o, peggio, confondere gli eventi e le relazioni causali che tra essi esistono. In alcuni casi, inoltre, non si può condividere quanto afferma l’autore: ad esempio, in riferimento al definitivo orientarsi di Bucarest verso la Germania nel 1940, egli scrive che tale scelta viene fatta «nel vano tentativo di mantenere intatti i confini della România Mare e rafforzare la democrazia guidata di re Carol II» (p. 166). In realtà da due anni nel paese vigeva la dittatura del monarca, sancita da una nuova costituzione e dalla fine del pluralismo politico, mentre di democrazia guidata si può parlare per gli anni precedenti le elezioni del 1937. Né mancano altre inesattezze di carattere storico sostanziale. A volte si forniscono informazioni in modo da generare confusione: a p. 128 l’uccisione di Codreanu è presentata nella versione (falsa) del governo e solo un po’ più avanti è messa in dubbio, in nota (p. 129, n. 62), senza citare gli esiti certi cui è pervenuta la storiografia. Ambiguità si riscontra anche nella forma espressiva, a partire dal costante ricorso al presente storico, uso difficile da gestire. Infine, va ricordato che la cifra stilistica ? di là dai refusi ? non è accettabile per un’opera che vuole rivolgersi a un pubblico colto. Si possono trovare nella stessa pagina (p. 138) addirittura cinque esempi di uso improprio dei termini italiani. Purtroppo si ha l’impressione che Motta ? che potrà fornire migliori prove ? abbia avuto fretta di trasformare in monografia una potenzialmente interessante ricerca documentaria e un numero non disprezzabile di letture. Queste ultime sono impropriamente selezionate: su temi come il pensiero della destra radicale romena o la questione della Bessarabia oppure il progetto di indurre gli ebrei romeni ad emigrare in Madagascar, si preferisce citare (pp. 100, 127, 130) brevi e poco noti contributi italiani ? o anche niente ? piuttosto che gli unici libri (E. Costantini, A. Basciani, C. Tonini) pubblicati in Italia sull’argomento.

Francesco Guida