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Giuseppe Scaliati – Trame nere. I movimenti di destra in Italia dal dopoguerra ad oggi – 2005

Giuseppe Scaliati
Genova, Fratelli Frilli, pp. 239, euro 16,50

Anno di pubblicazione: 2005

La costituzione del Movimento sociale italiano nel dicembre del 1946, a opera di alcuni fedeli sostenitori del regime che non avevano rinunciato, sino all’ultimo, alla violenza delle armi, può essere considerato il gesto simbolico con il quale tutto ricominciò o forse, meglio, proseguì. Il lavoro di Giuseppe Scaliati ha il pregio di ricostruire con dovizia di particolari l’intera parabola di un percorso declinato ?al nero? che conduce ai nostri giorni: una trama, appunto, fittissima e intessuta direttamente all’interno della società italiana come se fosse stata cucita una fodera, ideologica e politica, nella quale contenere le vicende di oltre un cinquantennio di storia. Scorrendo le tappe di questa cronologia destinata a vivificare le speranze di una tradizione politica, ma anche schiettamente culturale, che ha saputo riproporre se stessa resistendo alle insidie del tempo, non possiamo non individuare le tracce, piuttosto marcate, di un progetto che si sarebbe dispiegato nel corso delle vicende dell’Italia contemporanea. I due registri principali, attorno a cui ruota l’insieme di fatti e persone che hanno dato vita al fenomeno dell’estrema destra di casa nostra, sono chiaramente indicati. Si tratta delle strutture portanti della strategia di ?riconversione? fascista messa in opera da coloro che intendevano sopravvivere in un mutato contesto politico nazionale e internazionale: da una parte una forma di organizzazione pubblica e legalmente riconosciuta che si fece coincidere con il MSI; dall’altra l’approntamento di strutture ?militanti?, destinate all’azione diretta e insieme all’indottrinamento ideologico. Non si deve pensare, tuttavia, a un unico, e complesso, piano di intervento stabilito a tavolino; piuttosto a una moltiplicazione progressiva di intenti, animata dalla volontà di rendere indivisibile una medesima memoria. Le fratture interne alla stessa destra estrema, mai davvero ricomposte, i complicati e non certo pacifici rapporti che si stabilirono tra frange radicali e MSI, lo scontro che si propose tra correnti dentro al partito non facilitarono l’acquisizione di una linea omogenea di azione nella società italiana e nella vita istituzionale del paese. In aggiunta a ciò, i rapporti tra estrema destra e apparati dello Stato, o pezzi d’apparato (valga per tutti il famoso Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno) non fanno che complicare uno scenario generale già abbastanza oscuro. Il ritmo della narrazione in questo agile volume è abbastanza incalzante (anche se talora interrotto da una cura del testo che mostra qualche errore di troppo) e permette di ricomporre in un solo disegno gli elementi caratterizzanti di quello che spesso si è chiamato con una parola sola ?neofascismo?, ma che in realtà di nuovo ha avuto ben poco; storia drammatica, quando finì in guerra per bande o nel fragore degli ordigni esplosi in banche e stazioni ferroviarie, di un’idea destinata ad angustiarci ancora, quando dovessimo svolgere lo sguardo verso quanti hanno urlato, appena qualche mese fa, che l’onore fascista ?è tornato nelle piazze?.

Mario Coglitore