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Guglielmo Forni Rosa – Il dibattito sul modernismo religioso – 2000

Guglielmo Forni Rosa
Laterza, Roma-Bari

Anno di pubblicazione: 2000

Il volume concede meno di quanto non faccia supporre il titolo, che suggerisce un’ampiezza di questioni e personaggi che restano al margine alla sua trattazione. Ma ciò non ne sminuisce l’interesse. In sei densi capitoli vengono ricostruiti alcuni momenti del dibattito filosofico sul cristianesimo e la religione che coinvolse, tra Ottocento e Novecento, alcuni protagonisti ed epigoni di quella crisi che, in seguito alle condanne papali, assunse il nome di crisi modernista.
La questione di fondo ruota intorno alla possibilità di una filosofia per i cattolici che recuperi i risultati del pensiero moderno, senza battere le vie, considerate chiuse e perdenti, della tradizione scolastica, ma anche senza cadere nell’individualismo religioso del protestantesimo liberale, di cui l’autore illustra alcuni tratti attraverso l’opera di Sabatier e di Harnack.
La ricerca riguarda pressoché esclusivamente personaggi della cultura francese. Dapprima, in particolare, la discussione che contrappose Blondel (e Laberthonnière) a Loisy intorno al nesso tra ricerca storica, “fatto cristiano”, e nuova apologetica. Un punto era lo iato esistente tra lo statuto della scienza storica moderna e il ruolo che le attribuiva l’apologetica tradizionale, di riconoscere cioè il soprannaturale nella storia; un altro, l’esigenza di rinnovare la cultura cattolica, reinserendola nel circuito scientifico contemporaneo, ma reagendo insieme agli orientamenti antireligiosi della scienza universitaria e al carattere antimoderno del tomismo scolastico. Diverse però erano le soluzioni: per Loisy l’accettazione dell’autonomia della scienza comportava una netta distinzione tra il piano “naturale” dei fenomeni, oggetto di studio e di analisi, e il piano “soprannaturale”, che sfuggiva ad ogni rilevazione empirica. Si trattava di fondare una nuova apologetica del cristianesimo capace di valorizzarne l’elemento essenziale soggiacente alle forme dogmatiche e concettuali via via assunte. Per Blondel (e Laberthonnière) al contrario era lo stesso statuto epistemologico della ricerca storica a non permettere di comprendere la realtà del fatto cristiano. Il rifiuto di una riduzione storicistica del cristianesimo si traduceva perciò nel tentativo di costruire una filosofia che seguendo leggi proprie concludesse sulla necessità di ricorrere alla rivelazione cristiana per rispondere ai problemi vitali dell’esistenza.
Con altre articolazioni tali problemi si riproposero nei decenni successivi. Forni Rosa li illustra analizzando la discussione sul misticismo condotta negli anni trenta tra Bergson, Loisy e Bremond, nonché il dibattito sulla possibilità e i caratteri di una “filosofia cristiana” che ebbe per protagonisti in quegli stessi anni Bréhier, Gilson, Maritain e Blondel. Le analisi dei termini delle diverse posizioni sono svolte con puntualità e ricchezza di articolazioni, con netto privilegiamento del loro interesse teoretico. Resta sullo sfondo il contesto ecclesiastico, che di quelle discussioni fu condizionamento e punto di riferimento essenziale. Un’ampia bibliografia correda il volume.

Giovanni Miccoli