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Guido Rumici – Infoibati (1943-1945). I nomi, i luoghi, i testimoni, i documenti – 2002

Guido Rumici
Milano, Mursia, pp. 496, euro 19,90

Anno di pubblicazione: 2002

Negli ultimi anni, c’è stata una vera propria esplosione di interesse dei mezzi di comunicazione e ? in parte ? della storiografia italiana per il tema delle foibe giuliane. In buona misura, ciò è avvenuto come conseguenza della forte attenzione che quasi tutte le forze politiche hanno deciso di dedicare ? dopo decenni di trascuratezza ? alle vicende più tragiche e meno conosciute della storia della frontiera orientale italiana a cavaliere tra la seconda guerra mondiale e il dopoguerra. Stando così le cose, i rischi di un uso politico del passato sono piuttosto evidenti: ed in effetti, se alcune della miriade di iniziative promosse negli ultimi tre/quattro anni si qualificano per l’impianto scientifico e lo spessore critico, moltissime altre invece si distinguono per le loro finalità prevalentemente polemico-politiche o, addirittura, di partito.
In questo contesto, è importante segnalare l’uscita di alcune opere di taglio divulgativo, ma di grande rigore storiografico: si tratta del libro di Gianni Oliva, Foibe. Le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e dell’Istria, Mondatori, Milano 2002, del numero 5 della rivista ?Millenovecento? e del libro di Guido Rumici. Quest’ultimo va ricordato per l’equilibrio fra un’informazione larga e dettagliata e la chiarezza del linguaggio. La ricostruzione proposta è limpida e convincente e i fatti tragici delle foibe vengono inquadrati con dovizia di riferimenti nel contesto dell’invasione italo-tedesca della Jugoslavia e della guerra di liberazione, che nella Venezia Giulia assunse caratteri affatto particolari, data la compresenza di due movimenti resistenziali ? quello italiano e quello jugoslavo ? accomunati certo nella lotta contro il nazifascismo, ma assai diversi per modello e, in buona misura, per finalità strategiche. In appendice, una serie di testimonianze, anche inedite, pone il lettore in rapporto diretto con le tragedie di quegli anni. Sul piano interpretativo, Rumici fa proprie le acquisizioni più recenti della storiografia italiana e slovena: le violenze dell’immediato dopoguerra viste come una forma di ?epurazione preventiva? della società giuliana da parte dei ?poteri popolari? jugoslavi; il rapporto tra un clima di ?resa dei conti? e la ?violenza di stato? esercitata dalle autorità jugoslave, il legame fra le stragi delle foibe e le altre avvenute nel medesimo periodo in Jugoslavia come conseguenza della presa del potere comunista che concludeva una lotta di liberazione che era stata anche rivoluzione e guerra civile. Molto opportunamente, Rumici getta anche uno sguardo al prima e al dopo: alle ?ombre del passato?, vale a dire alla politica oppressiva del fascismo contro le minoranze slovena e croata in Italia, che suscitò sanguinosi risentimenti, e poi al lungo dopoguerra istriano, conclusosi con l’esodo della quasi totalità del gruppo nazionale italiano.

Raoul Pupo