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Guido Samarani – La Cina del Novecento. Dalla fine dell’Impero a oggi – 2004

Guido Samarani
Torino, Einaudi, pp. XXII-427, euro 36,00

Anno di pubblicazione: 2004

La storia del Novecento è per la Cina, dalla fine dell’Impero a oggi, la storia del secolo repubblicano: dalla Repubblica proclamata da Sun Yat-sen nel 1912 sulle ceneri dell’Impero di mezzo a quella nazionalista del 1928, a quella dei soviet nel 1931, a quella popolare proclamata nell’ottobre 1949 dal Partito Comunista. Un secolo non privo di successi, ma anche di problemi e contraddizioni, tuttora irrisolti.
Guido Samarani ripercorre le tappe della storia della Cina del Novecento con precisione e arguzia. Alcuni capitoli hanno attirato maggiormente la mia attenzione. Ad esempio, nel capitolo terzo, Samarani descrive l’egemonia nazionalista nei quindici anni che separano l’insediamento di Sun Yat-sen alla testa di un governo rivoluzionario a Canton, nel 1923, grazie al determinante sostegno sovietico, fino alla drammatica conquista da parte delle truppe giapponesi dell’allora capitale Nanchino. In questo periodo si succedono avvenimenti cruciali, come la massiccia mobilitazione di massa, culminata nelle insurrezioni popolari del 1926, che allarmò non solo i conservatori ma anche i progressisti all’interno del Partito Nazionalista cinese sempre più preoccupato di perdere il controllo politico. Le potenze straniere, presenti con proprie legazioni a Shanghai, premevano per ristabilire l’ordine facendo intervenire i loro 20 mila soldati che risiedevano stabilmente in città, mentre l’Unione Sovietica era preoccupata di perdere l’influenza sulla Cina e non voleva giungere a una rottura prematura con Chiang Kai-shek. In questo clima, si consumò la strage di Shanghai: nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1927 forze fedeli a Chiang Kai-shek attaccarono le sedi dei sindacati, segnando la rottura della fragile alleanza tra comunisti e nazionalisti e dando il via alle campagne militari contro ?il comunismo e il banditismo?. I capi del Partito Comunista cambiarono strategia, puntando sull’insurrezione nelle campagne anziché nelle città e iniziando quella guerra di contadini e diseredati che li porterà al potere. Così come lascia il segno la cruenta aggressione da parte del Giappone, che nel triennio 1933-35 conquista prima la Manciuria e poi la Mongolia interna, per penetrare da lì in Cina. L’offensiva culminò nel 1937 con il ?massacro di Nanchino? (450 mila civili uccisi barbaramente, migliaia di donne stuprate) che resta nella memoria dei cinesi come hanno dimostrato le recenti manifestazioni antigiapponesi. Il libro si legge con piacere e scorre tutta la storia dalla Cina nazionalista a quella maoista, fino alle riforme economiche di Deng Xiaoping. Samarani ripercorre anche l’esperienza di Taiwan dalla colonizzazione giapponese (1895-1945) ad oggi, delineando con lucidità il dilemma dell’identità taiwanese. Alcuni profili biografici dei principali attori politici e militari della Cina del Novecento chiudono il volume, offendo dettagli inconsueti di personaggi più o meno noti.

Maria Weber