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Gustavo Corni, Christof Dipper (a cura di) – Italiani in Germania tra Ottocento e Novecento. Spostamenti, rapporti, immagini, influenze – 2006

Gustavo Corni, Christof Dipper (a cura di)
Bologna, il Mulino, 731 pp., euro 43,00

Anno di pubblicazione: 2006

Ventotto saggi distribuiti in cinque diverse sezioni, introdotti da una nota dei curatori e accompagnati da una bibliografia ragionata: è questa la struttura del Quaderno 67 degli «Annali dell’Istituto storico italo-germanico in Trento» che è parte di un progetto dal titolo «Italia Germania. Storia delle relazioni tra due paesi dell’Unione Europea». Il volume segue la pubblicazione di Italia e Germania 1945- 2000. La costruzione dell’Europa, a cura di G. Rusconi e H. Woller, Bologna, il Mulino, 2005 (vedi Annale VII, 2006) tradotto in tedesco con un significativo titolo (Parallele Geschichte? Italien und Deutschland, 1945-2000, Berlin, 2006) che pone l’accento non tanto sulla comparazione tra i due casi nazionali quanto sulla loro storia parallela e croisée e si affianca ad un altro curato da C. Dipper dal titolo Deutschland und Italien 1860-1960 (München, Oldenburg, 2005) a testimonianza della fecondità dello scambio e delle interrelazioni tra le due storiografie (un’interessante discussione su questi volumi si trova nel saggio di C. Liermann, Italia e Germania storiografie in dialogo, in «Contemporanea», 2007, n. 2). Come sottolineano Corni e Dipper il volume, alla cui stesura hanno partecipato sia storici italiani che tedeschi, nasce dalla convinzione che i rapporti tra i due popoli e i due paesi «si trovino in una fase di profondo cambiamento» (p. 13) e che quindi sia giunto il momento di passare da una storia delle relazioni ad una «storia culturale dei contatti» (p. 12). I curatori non usano la categoria di trasferimento culturale così come elaborata nei lavori di M. Espagne o di M. Werner ma è più o meno questo quello che sembrano avere in mente nel mettere insieme una raccolta di scritti (alcuni dei quali riprendono in verità noti lavori di alcuni anni fa come nel caso dei contributi di B. Mantelli, di G. Procacci o di G. Hammerman per fare qualche esempio) che talvolta fanno il punto dello stato delle nostre conoscenze sull’argomento, talaltra offrono primi materiali di ricerca per una storia delle influenze, dei lasciti, dei trasferimenti materiali e culturali e dei flussi di uomini, merci, idee e modelli. Gli italiani in Germania raccontati in questo volume non sono solo, come ci si potrebbe aspettare, i lavoratori manuali (stagionali, lavoratori forzati, Gastarbeiter) e gli artigiani (gelatai, pizzaioli, ristoratori, sarti, ecc.), cui pure sono dedicati i saggi della seconda parte, ma anche i prigionieri di guerra, i giornalisti, gli studenti universitari, i medici e i biologi, gli storici, gli scrittori, i designer e gli architetti, gli artisti, gli investitori economici, i turisti. La Germania degli italiani, negli anni che vanno dall’unificazione alla riunificazione e che emerge da questo volume, i cui saggi come spesso nei volumi collettanei sono di valore e interesse assai disuguale, è soprattutto luogo di lavoro, ma anche partner scientifico, culturale ed economico in una visione che tende a ribaltare un rapporto di dipendenza in uno di reciprocità, a valorizzare le sfaccettature più diverse della presenza italiana in Germania prestando attenzione più alle immagini positive che a quelle negative e stereotipate.

Daniela Luigia Caglioti