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Heather Pringle – Il piano occulto. La setta segreta delle SS e la ricerca della razza ariana – 2007

Heather Pringle
Torino, Lindau, 538 pp., Euro 29,00 (ed. or. New York, 2006)

Anno di pubblicazione: 2007

Nonostante il titolo sensazionalistico, che strizza l’occhio alla moda del nazismo occultista ed esoterico e non ricalca affatto quello inglese di The Master Plan. Himmler’s Scholars and the Holocaust, e nonostante l’a., studiosa e giornalista canadese, si sia occupata in precedenza di ben altro e a parte alcuni limiti contenutistici e formali, questo libro ha un suo non irrilevante valore sul piano scientifico. Basato su una approfondita ricerca documentaria, anche sul piano archivistico, rappresenta infatti nella sua traduzione, a parte ampi riferimenti ad alcuni testi in italiano su tematiche più vaste circa l’attività di promozione «scientifico-culturale» di gerarchi nazisti, l’unico studio nella nostra lingua dedicato completamente all’Istituto di ricerca Ahenenerbe, fondato nel 1935 dal capo delle SS Himmler, dal ministro nazista e teorico razzista del «sangue e suolo» Darré e dal discusso germanista Wirth, in base alla comune passione per la preistoria germanica.A più di trent’anni dalla monografia dello storico canadese Kater, l’a. ripercorre le vicende di questo organismo e dei suoi membri, delle loro discutibili ricerche e dei loro spesso incredibili viaggi studio in terre lontane con lo scopo di ricercare le presumibili tracce della «superiore» opera di civilizzazione della presunta razza nordico-germanica in varie parti dell’Europa e degli altri continenti, dal Tibet alla Svezia, dall’Iraq alla Finlandia, nell’ambito di un più generale progetto di riscrittura della storia universale su base razziale. Quello dell’Ahnenerbe è un pezzo della controversa storia della scienza e della cultura della Germania nazista, caratterizzata da ombre più o meno «brune», in cui emerge il coinvolgimento in operazioni pseudoculturali e pseudoscientifiche, gestite da importanti gerarchi di partito, da parte non solo di esaltati germanofili ma anche di esponenti del «rispettabile» mondo accademico e scientifico. Filologi classici come Altheim, orientalisti come Wüst, rettore dell’Università di Monaco, storici dell’antichità e archeologi, come Paulsen, Jankuhn, esperti di Tibet come Schäfer, patologi come Hirt, sono solo alcuni dei personaggi la cui vicenda biografica, tracciata da Pringle, s’intreccia con l’attività dell’Ahnenerbe. In particolare dopo lo scoppio della guerra questo organismo fu sempre più implicato nelle azioni criminali delle SS, come l’uccisione mirata, su progetto di Hirt, di ottanta deportati del campo di Natzweiler-Struthof per allestire una collezione di scheletri all’Università di Strasburgo. Il testo di Pringle, non privo di licenze giornalistiche rispetto ad un’impostazione propriamente scientifica e caratterizzato da piccole inesattezze ed alcuni errori nei nomi di qualche personaggio (il banchiere von Stauß, che diventa von Strauss, p. 220), e mancante del confronto con altre iniziative «culturali» naziste concorrenti, come l’Amt Rosenberg, o del riferimento alle non rare lotte di potere all’interno stesso dell’Ahnenerbe, in particolare tra Darré e Himmler, e alla loro diversa opinione sui modi d’istruzione «storico-culturale» delle SS, conserva tuttavia una sua indiscutibile utilità storiografica.

Andrea D’Onofrio