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I beni culturali. Storia, tutela e valorizzazione

Carlo Tosco
Bologna, il Mulino, 191 pp., € 17,50

Anno di pubblicazione: 2014

Affrontare il tema dei beni culturali in una prospettiva europea costituisce l’obiettivo
di questo agile volume, scritto da un autorevole storico dell’architettura che ha dedicato
importanti studi al medioevo e al paesaggio storico, nonché direttore della Scuola di specializzazione
in beni architettonici e del paesaggio del Politecnico di Torino. Il testo è articolato
in tre parti che rispecchiano fedelmente il sottotitolo, ma il discorso portato avanti
dall’a. fluisce come un continuum, muovendo dagli albori della nascita di una coscienza
di tutela fino alle più scottanti questioni attuali di valorizzazione dei beni culturali, con
particolare attenzione alle ricadute in termini economici e sociali, in una visione che sottolinea
il carattere collettivo del patrimonio.
La prima parte delinea un profilo storico della disciplina dall’antichità ai nostri giorni,
fondato sulla tesi di uno stretto legame tra tutela e senso del sacro, che attraversa la
civiltà europea a partire dai culti pagani fino alla «riconsacrazione dei monumenti alla
religione laica dello stato moderno» (p. 58), processo, quest’ultimo, che segna l’Italia
dopo il 1860. Si tratta di un excursus volutamente sintetico, che omette alcuni tradizionali
protagonisti delle «storie» della tutela (Ruskin, ma non solo), nonché la vasta bibliografia
sull’argomento, privilegiando il fil rouge che lega l’intera narrazione. In compenso, l’a.
sviluppa stimolanti riflessioni sugli esiti più recenti di questo percorso: dal concetto di
cultura, ai beni immateriali, al paesaggio.
La seconda parte è dedicata alla tutela, con cenni alla situazione normativa dei principali
paesi occidentali, tra cui spiccano, oltre al caso italiano, due modelli dominanti:
quello francese centralista e quello anglosassone più liberale. Spunti inediti vengono rivolti
agli aspetti più attuali, dai processi di globalizzazione, alla catalogazione, agli archivi
digitali, il tutto in una prospettiva che auspica – giustamente – l’integrazione delle politiche
dei singoli Stati a vantaggio di una dimensione europea del patrimonio.
La terza parte affronta il controverso ambito della valorizzazione, analizzato con
acume critico e con aggiornata bibliografia. L’a. suddivide il tema in due grandi questioni:
una relativa all’«economia e alla politica della cultura» (pp. 128 e ss.) e l’altra alla fruizione
– quest’ultima focalizzata soprattutto sui musei – sottolineando il ruolo dei nuovi media,
di cui evidenzia luci e ombre, nonché l’ambito più complesso del paesaggio, inteso come
«deposito di valori» (p. 168), talvolta in conflitto reciproco, connessi al territorio. Qui l’a.
si muove con sedimentata competenza, evidenziando il carattere integrato del paesaggio
europeo e il ruolo chiave della pianificazione, concludendo con una giusta riflessione
sull’identità dinamica e multiculturale del patrimonio.
In definitiva il volume si rivela, procedendo nella lettura, progressivamente più stimolante,
proponendosi come utile compendio di una materia complessa, presentata –
anche grazie all’agilità della prosa – in maniera accessibile a un pubblico di non soli
specialisti, senza perdere in originalità e rigore scientifico.

Andrea Pane