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Ilaria Favretto – Gran Bretagna – 2004

Ilaria Favretto
Milano, Unicopli, pp. 334, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2004

Nella serie della ?Storia d’Europa del XX secolo? curata da Marco Gervasoni e Leonardo Rapone, Ilaria Favretto offre una agile sintesi della storia della Gran Bretagna. Dalla fine dell’età vittoriana ai governi Blair, il lavoro in poco più di 300 pagine ripercorre con sicurezza le varie vicende che si sono succedute per la scomparsa della Old rural England e per la creazione di nuovi equilibri, tanto all’interno della società britannica che nelle sue istituzioni. Il baricentro del lavoro, che gli dà equilibrio e gli impedisce di diventare un allineamento pedante di una serie di avvenimenti, è l’attenzione per le fisionomie assunte in questo lasso di tempo dai vecchi e nuovi soggetti della politica, dalle formazioni partitiche in senso stretto ai sindacati. Il grande bipolarismo su cui si insiste nella vulgata interpretativa della tradizione politica britannica si complica, nel libro, in un gioco più ampio di equilibri e rappresentanze tra forze diverse che solo nei momenti in cui l’intero paese è chiamato alle urne assume la forma di un bipartitismo imperfetto, ché una forza terza nelle competizioni elettorali non è mai mancata. In questo quadro del sistema politico, della fisionomia assunta dai vari soggetti collettivi, delle loro trasformazioni, ci sono dei nodi centrali su cui l’autrice concentra particolarmente la propria attenzione. Il punto che ha maggiore rilievo è quello della vicenda generale dell’esperienza laburista e del suo percorso da componente dell’alleanza Lib-Lab a forza di governo tra le due guerre e poi nel secondo dopoguerra. Forte rilievo assume a questo proposito il passaggio dall’Old al New Labor che caratterizza l’esperienza di governo di Tony Blair. Altro punto significativo del lavoro è costituito dalla relazione tra Partito Laburista e sindacato e i riflessi che questa ha avuto sulle politiche del welfare. Ulteriore elemento tematico che trova notevole spazio è costituito dalla crisi dello stato sociale e dagli interventi di contenimento e correzione realizzati dai governi conservatori Thatcher e Major, e poi di fatto proseguiti da Blair. Particolarmente efficace è la ricostruzione dell’esperienza thatcheriana in cui con chiarezza vengono presentate le aspirazioni politiche, i linguaggi della propaganda e gli esiti dei suoi governi.
Si tratta, come evidente, di una ricostruzione che privilegia il registro politico della vicenda britannica, ma non sono del tutto trascurati altri aspetti: la questione irlandese, ad esempio, che, in situazioni e forme diverse, ha costituito un elemento che ha percorso per intero la storia del XX secolo. Non manca un’attenzione per temi più concretamente sociali, culturali e religiosi. Sono tutti elementi che fanno di questo lavoro una sintesi convincente e un buon punto di partenza per avvicinarsi alla, per molti versi intricata, storia della Gran Bretagna nell’ultimo secolo dello scorso millennio.

Giovanni Montroni