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Ilaria Favretto – The long search for a third way. The British Labour Party and the Italian Left since 1945 – 2003

Ilaria Favretto
Basingstoke, Palgrave Macmillan, pp. 231, £ 50,00

Anno di pubblicazione: 2003

Ilaria Favretto pone a confronto in questo volume le vicende della sinistra britannica e di quella italiana tra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Novanta. Per essere più precisi, mentre sul versante britannico è sempre il Partito Laburista oggetto della comparazione, su quello italiano l’analisi si sposta dal PSI degli anni Cinquanta-Sessanta (a cui è dedicata la prima parte del volume) al partito dei Democratici di sinistra, e al suo antecedente PDS, degli anni Ottanta-Novanta (a cui è dedicata la seconda parte).
Il tema unificante del volume è il revisionismo socialista. Sotto questo aspetto, la comparazione tra due realtà ovviamente molto diverse quali il laburismo britannico e il socialismo italiano risulta molto più convincente nella prima parte, laddove l’esperienza socialista nel centrosinistra, in Italia, e i due primi governi Wilson (1964-66, 1966-70) vengono riportati a un terreno comune, che è poi quello delle ?riforme di struttura?, della programmazione democratica, e di una rivisitazione in termini efficientistici e tecnocratici del tema della nazionalizzazione. È da segnalare che Ilaria Favretto ha approfondito questa fase del revisionismo socialista in un volume anch’esso recente, Alle radici della svolta autonomistica. PSI e Labour Party, due vicende parallele (1956-1970), Roma, Carocci, 2003 (con una Prefazione di Donald Sassoon). Non trova invece corrispettivi in Italia, come Favretto riconosce, l’elaborazione teorica che alla fine degli anni Cinquanta fece capo ad Antony Crosland e che ebbe un influente sostenitore nel successore di Attlee alla leadership del Partito Laburista, Hugh Gaitskell. Al centro dell’analisi di Crosland le trasformazioni del capitalismo contemporaneo e dell’impresa, considerati socialmente più responsabili, ciò che portava Crosland (e con lui Gaitskell) ad abbandonare l’obiettivo della nazionalizzazione.
Meno convincente la seconda parte della comparazione tra sinistra britannica e italiana. Troppo specifici i caratteri della fase finale del PCI e della sua trasformazione nel partito dei Democratici della sinistra, troppo stretto l’intreccio tra questa trasformazione e la crisi complessiva del comunismo, per trovare una analogia tra i DS e il New Labour. Nel caso di Blair il punto di svolta (e il trauma di partenza della svolta) pare di tutt’altra natura, e rimanda alla catastrofe elettorale del Labour nel 1983, e al nuovo indirizzo impressogli da Kinnock con la piena accettazione dell’economia di mercato e con l’individuazione delle nuove classi medie come ?forza sociale emergente?. Temi questi che hanno un diretto antecedente nel revisionismo di Crosland e Gaitskell.
Si devono segnalare, in un libro per molti aspetti brillante, due imprecisioni. Che Raniero Panzieri diventi Renato Panzieri, e che del nostro presidente del Consiglio si dica che ?ha superato i settanta anni? (è nato, invece, nel 1936).

Luciano Marrocu