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Imperi del profitto. Multinazionali petrolifere e governi nel XX secolo

Francesco Petrini
Milano, FrancoAngeli, 322 pp., € 36,00

Anno di pubblicazione: 2015

Gli Imperi del profitto, il libro di Francesco Petrini, è dedicato allo studio del «rapporto
pubblico/privato nell’industria petrolifera internazionale» (p. 12). L’a. spiega, nel
prologo, che il lavoro nasce dalla volontà di osservare l’evolvere, nell’arco cronologico che
scorre tra l’inizio del ’900 e i suoi anni ’70, delle relazioni intessute tra le grandi compagnie
petrolifere e i loro «governi nazionali di riferimento, quello statunitense e quello
britannico» (p. 12). La monografia, che coniuga alcuni degli interessi che l’a. coltiva da
tempo, in particolare quello che ha rivolto allo studio del significato di soggetto politico
assunto dalle multinazionali del petrolio e quello dedicato ai rapporti tra capitali privati
e pubblici in alcuni settori strategici, si presenta al mondo accademico come un libro che
intende arricchire una consolidata tradizione storiografica con l’ambizione, allo stesso
tempo, di rinnovarla. Petrini, infatti, dichiara di volersi dedicare ad argomenti già ampiamente
trattati da storici e ricercatori di tutto il mondo offrendo di essi una ricostruzione
attenta non solo a spiegare come gli Stati siano riusciti a utilizzare le compagnie energetiche
per i loro scopi, come già fatto, ma anche a svelare un uguale opportunistico impiego
del potere pubblico proprio da parte dei potenti colossi petroliferi.
Complice una narrazione che scorre con grande coerenza e leggerezza, sciogliendo
minuziosamente questioni complesse e a volte inesorabilmente intricate, l’a. raggiunge
sicuramente l’obiettivo prefissato nel primo capitolo dal titolo Genesi, 1914-1928 e nel
penultimo: Shock, 1970-1973. Una ricostruzione minuziosa dei fatti che portarono, nel
1914, lo Stato inglese ad acquistare la maggioranza della Anglo-Persian Oil Company
che deteneva i diritti di ricerca e sfruttamento del petrolio in Iran, nonché delle vicende
ancor più complicate che indussero i governi statunitensi a porsi al fianco delle grandi
compagnie energetiche americane, domina la prima parte del libro che rivela una grande
padronanza nell’utilizzo dell’ampissima bibliografia. La prosa è altrettanto efficace anche
nelle successive parti (2. Depressione e guerra, 1929-1945; 3. Età dell’oro, 1945-1960; 4.
Crisi, 1960-1969; 5. Shock, 1970-1973; 6. Epilogo), ma soprattutto nel capitolo dedicato
alla grave crisi energetica scoppiata nel 1973, anno in cui i rapporti tra compagnie petrolifere
e paesi produttori mutano inesorabilmente, sebbene al termine di un percorso avviato
alcuni anni prima. La produzione petrolifera, ci spiega in modo incisivo l’a., sfugge
totalmente al controllo delle multinazionali anglo-americane e i governi locali assurgono
a protagonisti di una storia che prima avevano solamente osservato.
Gli imperi del profitto fornisce agli studiosi italiani, ma non solo, uno strumento di
studio e di lavoro aggiornato e completo, critico e puntuale che raccoglie i risultati ottenuti
dalla storiografia sostituendosi di diritto a opere sicuramente importanti ma ormai
superate.

Ilaria Tremolada