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Isidoro Soffietti – I tempi dello Statuto albertino. Studi e fonti – 2004

Isidoro Soffietti
Torino, Giappichelli, pp. 195, euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2004

A profitto degli studenti dei suoi corsi di Storia del diritto, Isodoro Soffietti, rinviando per i tratti generali al manuale scritto con C. Montanari, raccoglie in questo volume due suoi saggi già pubblicati negli anni scorsi e una serie di documenti legislativi sullo Statuto, la sua elaborazione e la sua attuazione.
Per chi crede che l’editoria ?didattica? non sia un genere minore, ma anzi una sfida ed un’occasione di grande rilievo, questa iniziativa editoriale può forse rappresentare un’occasione mancata, forse per troppo scarsa ambizione.
Da un lato infatti l’autore non pare impegnarsi a riprendere il filo del dibattito sulle più recenti interpretazioni storico-politiche dello Statuto (si pensi ai volumi di sintesi di Mazzonis e Rebuffa). Dal lato opposto non pare neppure raccogliere la sfida di produrre una presentazione sintetica dello Statuto nei suoi ?tempi?, che accompagni cioè il lettore nelle molteplici suggestioni e nei molteplici collegamenti, prima di tutto nel Regno di Sardegna e poi in Italia ed in Europa, che l’octroi carloalbertino implica. Se questo dipenda dal peculiare punto di vista disciplinare della storia del diritto, non sapremmo dire. Tuttavia i materiali della seconda parte restano così semplicemente una utile documentazione, piuttosto che il supporto ad un percorso articolato.
Resta, nei due articoli ripubblicati, l’esposizione prima della concessione e poi del testo dello Statuto. Resta un giudizio finale si potrebbe dire prudentemente sabaudista (ripreso com’è dal Cibrario) o forse più esattamente subalpino: ?una costituzione certo non tra le più aperte?, che tuttavia ?rappresentò comunque una grande conquista per i sudditi? (pp. 20-21).
Nell’occasione si sarebbero forse potuti approfondire alcuni aspetti restati in ombra nelle non poche pubblicazioni che hanno caratterizzato il 150° anniversario: mi riferisco in particolare alle suggestioni ? puntualmente dimostrate da Cortese nelle sue classiche pubblicazioni di molti anni fa ? sulle reciproche ?copiature? tra i testi costituzionali del Quarantotto italiano. È un tema che potrebbe essere interessante anche sul piano didattico, che è quello di questo volume.
Piuttosto ci si potrebbe chiedere come manchino, tra i tanti testi legislativi raccolti, quelli relativi alla legge comunale e provinciale, uno degli elementi essenziali del complesso passaggio statutario, certo già pubblicati alcuni decenni orsono da Adriana Petacchi, ma pur suscettibili di rivisitazione. E forse proprio l’idea di una mappa complessa ed articolata, subalpina ed italiana, locale ed europea, potrebbe rappresentare un ulteriore passo sulla strada degli ormai più che centenari studi sullo Statuto, sulla sua attuazione, sulla sua concessione: una miniera capace, se convenientemente scavata, di portare sempre nuovi frutti.

Francesco Bonini