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Istituto Gramsci Emilia-Romagna – Il Sessantotto, Annale n. 2-3/1998-1999 – 2000

Istituto Gramsci Emilia-Romagna
Clueb, Bologna

Anno di pubblicazione: 2000

L’ultimo Annale dell’Istituto Gramsci Emilia-Romagna affronta un tema di grande interesse come il ’68. I saggi in esso contenuti rappresentano alcune rielaborazioni di interventi svolti dai rispettivi autori in occasione di due rilevanti appuntamenti, il seminario “1968. Da evento a oggetto della scienza storica”, tenutosi a Bielefeld (Germania) il 5-7 novembre 1997, e il convegno “Le radici della crisi. L’Italia dagli anni sessanta ai settanta”, svoltosi a Bologna il 28-30 ottobre 1998. Il volume è diviso in tre sezioni. La prima abbraccia il tema in una prospettiva comparata (“Il Sessantotto nel mondo. Casi nazionali e prospettive d’indagine”), soffermandosi in particolare sugli esempi francese, tedesco e statunitense; la seconda analizza il caso italiano (“Il Sessantotto in Italia. Ricerche in corso”), proponendo anche qui un confronto a distanza tra diverse esperienze territoriali (Bologna, Parma, la Sicilia); la terza, infine, è dedicata alle fonti documentarie, a stampa e alla letteratura attinente all, conservate presso la Biblioteca dell’Istituto.
Come sottolinea nell’Introduzione Alberto De Bernardi, questi saggi hanno il merito di superare un doppio limite, da sempre presente in alcuni settori della storiografia contemporanea, consistente in un’analisi esclusivamente politica e nazionale delle vicende collettive italiane. In linea con alcune delle ricostruzioni più significative degli ultimi dieci anni (Ortoleva, Revelli, Ginsborg), le ricerche affrontano la complessità “dell’evento sessantotto” attraverso un efficace dialogo con le scienze sociali e attraverso l’analisi della “dimensione planetaria della protesta giovanile” quale “elemento caratterizzante di tutto il fenomeno” (p. 7).
Il Sessantotto viene dunque indagato come fenomeno sociale prima che politico; l’insieme complesso delle cause che lo determinano è costituito dalle contraddizioni economiche generate da un processo di sviluppo impetuoso e squilibrato, dalle problematiche connesse al baby boom del dopoguerra, dall’urbanizzazione accelerata, dal diffondersi di una cultura e di una società dei consumi di massa.
In secondo luogo, l’indagine affianca alla prospettiva locale il tema della globalizzazione della rivolta studentesca come risposta alla mondializzazione dei mercati e dei consumi. Per moltissimi giovani, l’università è il segno più vicino, tangibile di quelle istituzioni elitarie che si contrappongono ai loro bisogni e alle loro aspettative, e il movimento operaio è il naturale alleato in una battaglia per la realizzazione di prospettive di riscatto sociale; ma in questo progetto il contesto dell’agire collettivo si trasforma ed è il mondo a diventare “la dimensione spaziale effettiva della loro esistenza e quindi il perimetro ideale della loro politicizzazione” (p. 8).
L’Annale rappresenta certamente un contributo di rilievo nel panorama storiografico italiano e internazionale sugli anni sessanta e settanta. La speranza è che le ricerche presenti nel volume costituiscano l’avvio di una fase di studi più ampia, tale da permettere nei prossimi anni un dibattito storiografico sempre più serrato e maturo.

Fabrizio Loreto