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Italo Insolera – Roma fascista nelle fotografie dell’Istituto Luce. Con alcuni scritti di Antonio Cederna – 2001

Italo Insolera
Roma, Editori Riuniti, pp. 271, euro 14,46

Anno di pubblicazione: 2001

Il progetto della terza Roma, ?vasta, ordinata, potente come fu ai tempi del primo impero di Augusto? (B. Mussolini) è il tema della pubblicazione di Italo Insolera che utilizza la straordinaria documentazione prodotta dai fotografi dell’Istituto Luce. Le intenzioni dell’autore sono di riscrivere la storia ?di ciò che fu documentato, di come fu documentato?. La ricca fonte iconografica è accompagnata da brevi introduzioni di Insolera e da brani tratti dall’opera di Antonio Cederna, Mussolini urbanista. Lo sventramento di Roma negli anni del consenso, apparsa nel 1979. Il periodo, documentato nel testo, corrisponde alla fase di grandi trasformazioni di Roma e ha come limiti temporali l’inizio della costruzione del Foro Mussolini nel 1929 e la caduta del fascismo nel luglio 1943. Il libro è il racconto fotografico delle grandi opere dell’epoca: il Foro Italico, la Città universitaria, l’E 42-Eur e la demolizione del tessuto storico urbano della Capitale scandita dai noti episodi di sventramento e di aperture di vie che comprendono le trasformazioni urbanistiche del colle Capitolino, di Piazza Argentina, dei Fori Imperiali, di Corso Rinascimento.
Le mire di grandezza di Mussolini contengono, in realtà, delle contraddizioni di fondo. La politica del recupero dei fasti antichi, come mezzo di legittimazione del potere, è smentita dalle pratiche demolitrici del monumentalismo, cancellando pagine di storia stratificate nelle pietre delle chiese e dei palazzi rinascimentali e barocchi. I pregiudizi ideologici stanno alla base del progetto della romanità monumentale, per la quale sono giustificati gli interventi radicali sul tessuto urbano. Il paesaggio urbano ottocentesco con le stratificazioni secolari è distrutto per fare posto alla ?città fascista?.
Il significato delle fotografie, prodotte dall’Istituto Luce, è molteplice sia per la ricerca storica sia per i riferimenti all’estetica della politica e all’uso ideologico del passato. Attraverso le fonti iconografiche è possibile ricostruire un altro percorso del consenso; il processo di fascistizzazione dello Stato e della vita civile si realizza anche attraverso l’uso di strumenti mediatici. Le immagini appaiono come un repertorio di rappresentazioni i cui attori principali, oltre a Mussolini, sono amministratori, tecnici, archeologi, commissari con rare presenze di un contesto popolare o della cittadinanza. L’esaltazione retorica della figura del duce produce una serie di immagini stereotipe, come immortalare il primo colpo di piccone per l’avvio ai lavori o le visite propagandistiche ai cantieri.
La celebrazione della terza Roma si fonda sul recupero e sull’invenzione di una tradizione di italianità che segna tutte le operazioni urbanistiche di quegli anni in nome della ?grandezza? e dello ?spirito di romanità antica e moderna?. Le grandi opere del ventennio sono un’eredità difficile da gestire negli anni del dopoguerra e il segno, da queste impresso alla città, dimostra come il programma di Mussolini alla fine abbia raggiunto il risultato di creare un ?retaggio dell’età fascista?, condizionando la storia urbana di Roma nella seconda metà del XX secolo.

Cristina Accornero