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Ivetta Fuhrmann, Gianna Montanari – Scuola, storia e memoria del sindacalismo torinese negli anni di movimento Sessanta e Settanta – 2005

Ivetta Fuhrmann, Gianna Montanari
Torino, Angolo Manzoni, pp. XIV-318, euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2005

Le autrici, sindacaliste piemontesi della scuola, insegnanti di Storia e Letteratura italiana in alcuni istituti superiori di Torino e Ivrea, sono cresciute all’attività sindacale dopo la metà degli anni ’60. Si formarono nel particolarissimo frangente dei conflitti sociali della fine del decennio, in un clima di mescolamento dei rapporti sociali e degli orizzonti politici guidato dalle pulsioni egualitarie e radicali provenienti dalle grandi fabbriche.
Il libro, come sostiene il titolo stesso, si concentra su ?storia e memoria? del sindacalismo torinese. Vi si afferma la volontà di ricostruire il ?lungo ’68? di una categoria di lavoratori e lavoratrici, partendo dal presupposto di una omologia di passioni e confronti di soggettività tra il ’68 degli studenti e degli operai e quello vissuto in alcune categorie professionali ? in questo caso, nella scuola.
Nel volume si affronta dapprima una ricostruzione organizzativa e politica delle strutture confederali del sindacato della scuola, anche se non si sfugge al pericolo delle ripetizioni e delle sovrapposizioni degli argomenti trattati. A una prima parte dedicata alla storia, principalmente di archivio, delle organizzazioni sindacali della scuola e della loro progressiva convergenza in quelle confederali, segue un’altra parte, centrata intorno ai temi delle principali vertenze di categoria e ?intercategoriali?, ovvero quelle ?vertenze sociali? e sui diritti civili che furono la piattaforma di scambio e contaminazione culturale delle ?aree di movimento? di quel tempo ? un altro esempio, nella metà dei ’70, fu l’?intercategoriale donne? della FLM, sempre a Torino. Il testo si conclude con alcune note autobiografiche delle autrici ? peraltro già accennate, e forse con maggior vigore e profondità, nel corso degli altri capitoli del volume ?, e alcune riflessioni sull’uso della fonte orale, che offrono spunti interessanti circa l’accostamento all’oralità di un gruppo specifico e originale di testimoni, sospesi tra movimento e istituzione, tra ruolo professionale e posizione generazionale e politica.
Il lavoro delle autrici risulta un’utile e minuziosa ricostruzione dei percorsi formativi ed evolutivi delle correnti sindacali della scuola, principalmente a Torino, mescolata alle memorie dei/delle protagoniste ? e delle stesse autrici. Nonostante, a volte, l’uso della fonte orale appaia didascalico e sovrapposto funzionalmente alle fonti d’archivio ? per le quali viene ampiamente usato il vasto archivio della Fondazione Vera Nocentini di Torino ? l’opera viene arricchita quindi della dimensione soggettiva, il cui dato storico più significativo risiede nella tensione unitaria, egualitaria e radicale alla base del sindacalismo dei ’60 di fronte alla svolta del ?68, indicando la direzione di un’altra e ulteriore dimensione del brodo delle origini dei movimenti successivi: ovvero, altri pre/post ’68 da indagare.

Beppe De Sario