Cerca

Jan Kurz – Die Universität auf der Piazza. Entstehung und Zerfall der Studentenbewegung in Italien 1966-1968 – 2001

Jan Kurz
Köln, SH-Verlag, pp. 449, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2001

Lo studio di Kurz è la più recente ricostruzione dei fatti e delle idee che mossero il movimento studentesco dal 1966 all’estate del 1968 in Italia.
Il lavoro è apparso nella serie ?Italien in der Moderne?, curata da Christof Dipper, Jens Petersen e Wolfgang Schieder, ed è cresciuto nell’ambito di una ricerca promossa dall’Università di Bielefeld.
Il giovane ricercatore tedesco (è nato nel 1969, quando ciò di cui scrive era appena accaduto o stava ancora accadendo) ha individuato e conferito a quel breve periodo il significato di una marcata discontinuità: all’inizio una contestazione che non si era mai vista nelle università italiane, alla fine l’ingresso nel movimento della violenza che la precedente strategia non prevedeva. Sono distinzioni già ammesse, ma segnate da questa decisa frattura ancora non si trovavano. A parte la sostenibilità che sicuramente avrà bisogno di altre verifiche, non v’è dubbio che l’impianto di Kurz si basa su una lettura non superficiale ed è, per fonti e bibliografia, capace di orientare il lettore nel modo più completo delle disponibilità attuali e procura in ogni caso un ottimo strumento in relazione a un tema, che in Italia (prima a caldo, né mai a freddo fino al valico di tre decenni) ha stimolato numerose scritture e prime sistemazioni, tuttavia meno preoccupate di far cantare cori e soli in stretta collaborazione.
Al breve tempo cruciale l’autore giunge per tappe e riferimenti noti: dai fatti di Piazza Statuto al Vietnam, dai ?Quaderni Rossi? ai ?Quaderni Piacentini?, da Wright Mills a Marcuse, da Guevara a Luther King a Fanon. Egli però non affastella e rende ragione delle evidenze che s’impongono e delle avvisaglie che mettono già la vecchia sinistra di fronte a una nuova.
La parte più incalzante è la passerella del movimento studentesco nei vari atenei d’Italia via via in successione cronologica e in reciproche sintonie. Nell’elaborazione di analisi e di programmi, che nascono distinti nei diversi luoghi, si produce un avvicinamento, che è di quel clima intellettuale e che fa nascere la domanda di autonomia, di autogestione e antiautoritaria.
Il processo di formazione non era ancora finito quando la cosiddetta battaglia di Valle Giulia a Roma (primo marzo 1968) sconvolse il terreno di lotta e portò alla fine della prima maniera.
L’ambizione di Kurz è stata quella di chiarire la genesi e la dinamica del movimento del 1968 nel quadro di una società a costituzione democratica e di osservare, nelle brecce che si erano aperte entro strutture sclerotiche, i nuovi attori individuali e collettivi (molto puntuale è il ricorso alle citazioni tratte da quella intensa vicenda) e il fatale processo che portò il movimento, tra la primavera e l’estate del 1968 a scomporsi nel suo moto stesso.
Il militante rivoluzionario che allora emerse fece precipitare l’ideale costruzione. La violenza divenne una parte fissa nell’azione della cosiddetta opposizione extraparlamentare.
La segnalazione, che qui viene data, è insufficiente per le questioni che pone il lavoro di Kurz su un tema storiografico ancora sfuggente e solo apparentemente chiarito.

Pietro Albonetti