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Jean-Louis Panicacci – L’Occupation italienne. Sud-Est de la France, juin 1940-septembre 1943, – 2010

Jean-Louis Panicacci
préface de Jean-Marie Guillon, Rennes, Presses universitaires de Rennes, 439 pp.

Anno di pubblicazione: 2010

La disastrosa offensiva sulle Alpi del giugno 1940, imposta da Mussolini, ebbe come risultato l’occupazione in regime armistiziale di brevi strisce di terreno sul versante alpino francese fino al mare, in tutto 840 kmq e 28.000 abitanti, di cui 21.700 di Mentone, la cittadina semidistrutta e saccheggiata che divenne la vetrina della conquista fascista. Vicende dimenticate, J.-L. Panicacci ne è stato il maggiore studioso. Ora le riassume nella prima parte di questo suo nuovo volume dedicato a un tema più grande, l’occupazione italiana della Francia fino al Rodano (salvo Lione e con un condominio tedesco per Marsiglia) nel novembre 1942, quando Hitler decise la fine del regime collaborazionista di Vichy e ne concesse parte dei territori a Mussolini. Anche la Corsica, di cui Panicacci non si occupa.L’occupazione italiana del Sud-Est della Francia, da novembre 1942 all’estate 1943, è un altro tema dimenticato; eppure Mussolini vi destinò sei delle ultime divisioni di qualche efficienza di cui disponeva, altre due in Corsica, per oltre 200.000 uomini. Da parte italiana il primo documentato studio è del 2007: Domenico Schipsi, L’occupazione italiana dei territori metropolitani francesi 1940-1943 (Roma, Ufficio storico dell’esercito), un’onesta e dettagliata ricostruzione del ruolo delle truppe italiane, senza attenzione ad altri problemi, tanto che persino la Marina italiana è dimenticata. Da parte francese la situazione non è molto migliore, nelle storie generali l’occupazione italiana è vista per lo più come una parentesi di poco interesse tra Vichy e la Francia gollista.Con il volume di Panicacci siamo dinanzi a un salto di livello. Le molte e attente ricerche negli archivi francesi e italiani sono la base di una ricostruzione dettagliata e documentata che copre tutti gli aspetti dell’occupazione. Rispetto alle tragiche vicende delle occupazioni nazifasciste dell’Europa orientale, anche rispetto all’occupazione tedesca della Francia, questa italiana si presenta come moderata, o meglio tradizionale, anche nelle sopraffazioni fasciste e nelle violenze poliziesche, senza un progetto di conquista all’altezza delle aspirazioni mussoliniane, basti considerare il fallimento dei progetti di rapina delle risorse economiche. Anche perché l’occupazione fu sentita dai francesi come sopraffazione odiosa, dovette affrontare la resistenza compatta della società francese, ma non una guerra partigiana; Panicacci e Schipsi concordano nel ridurre le dimensioni degli attacchi alle forze italiane.Dinamiche complesse ben documentate da Panicacci, basti ricordare che la relativa protezione accordata agli ebrei in fuga dai comandi italiani fu condotta contro le autorità francesi, non soltanto contro i tedeschi. E poi la presenza di un’immigrazione italiana nella regione, la maggioranza pienamente integrata, una minoranza non ostile alla presenza italiana. Panicacci si ferma al crollo dell’occupazione italiana tra il 25 luglio e l’8 settembre 1943, anche se l’ultimo aspetto dell’occupazione italiana furono le rivendicazioni francesi degli anni successivi.

Giorgio Rochat