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La casa per tutti nell’Italia giolittiana. Provvedimenti e iniziative per la municipalizzazione dell’edilizia popolare

Maria D’Amuri
Milano, Ledizioni, 298 pp., € 28,00

Anno di pubblicazione: 2013

Tra le componenti salienti della realtà italiana dei primi quindici anni del ’900, vi fu l’impegno espresso dalle amministrazioni comunali, come evidenzia una fonte coeva, nella «trasformazione civile, edilizia, igienica, intellettuale delle città» (p. 16), nel mutato rapporto tra organi centrali e amministrazioni periferiche, a sua volta espressione di un crescente fermento delle società locali alla ricerca di un proprio ruolo e di proprie, specifiche competenze nel governo del territorio. Si tratta di un aspetto su cui la storiografia si va soffermando con sempre più dettaglio di indagine e in cui ben si iscrive la riflessione che il volume propone.
Nodo essenziale di tale processo fu la municipalizzazione dei pubblici servizi, nel cui ambito D’Amuri sceglie di concentrare l’attenzione sul movimento per le case popolari, ripercorrendone l’articolato procedere, da una prima fase ottocentesca di pura disquisizione teorica, al suo concreto dispiegarsi, ancora tra dubbi e continue polemiche, all’inizio del nuovo secolo. Materia dell’analisi, dunque, tanto il serrato dibattito tra le diverse parti in campo (dai diversi schieramenti politici ai protagonisti della «cultura scientifica, tecnica ed economica del periodo» (p. 16), nel confronto con i più avanzati modelli internazionali), quanto le formulazioni legislative (dalla legge Luzzatti del 1903 al testo unico del 1908) e le loro ricadute operative.
Esito di una tesi di dottorato (in Studi Storici presso l’Università di Torino), il volume ne conserva l’impianto analitico (dal linguaggio, a tratti, un po’ faticoso), ma soprattutto l’offerta di una spessa documentazione d’archivio accompagnata da un’ampia ricognizione sia bibliografica che sulla stampa coeva. In particolare l’a. utilizza il fondo della Commissione reale per il credito comunale e provinciale e la municipalizzazione dei pubblici servizi, del Ministero dell’Interno, conservato presso l’Archivio centrale dello Stato e solo da poco in consultazione che, insieme alla valorizzazione mirata di fonti per altri aspetti già note, consente di muovere l’osservazione lungo il doppio binario dell’interazione centro-periferia, indagando da un lato nel labirinto dei singoli casi specifici, rappresentativi delle diverse istanze elaborate a livello locale; dall’altro sulle linee guida ma anche le molte contraddizioni del centro stesso, nell’ambizione di «ricostruire in toto l’insieme senza annullare il valore di ogni singola tessera» (p. 21).
La politica delle municipalizzazioni, e in particolare dell’edilizia popolare, nel suo accidentato e non unitario procedere verso il «riconoscimento delle problematiche abitative quale questione di interesse collettivo» (p. 276), diviene così lente di ingrandimento sulla genesi delle politiche di welfare nell’Italia giolittiana e insieme utile laboratorio di analisi – come l’autrice stessa tiene a sottolineare – per una storia urbana e del territorio in cui intrecciare proficuamente più punti di osservazione e angolazioni di lettura.

Lidia Piccioni