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La Grande Guerra delle italiane. Mobilitazioni, diritti, trasformazioni

Stefania Bartoloni (a cura di)
Roma, Viella, 377 pp., € 29,00

Anno di pubblicazione: 2016

Il volume affronta vari aspetti dell’esperienza femminile in guerra e si articola in quattro sezioni. Si apre con quella dedicata all’attivismo femminile per la pace e un nuovo ordine mondiale. I contributi di Ingrid Sharp, Elda Guerra, Maria Susanna Garroni e Daniela Rossini ricostruiscono i rapporti con la Società delle Nazioni e i difficili tentativi di intessere relazioni tra le varie organizzazioni femminili a livello internazionale, di cui delineano le differenze: dal moderatismo del Consiglio delle donne italiane all’approccio innovativo e radicale sul piano teorico e pratico della Women International League for Peace and Freedom.
Il tema della mobilitazione patriottica delle donne delle classi medie sul fronte interno costituisce la parte centrale del volume. Mario Isnenghi, Stefania Bartoloni, Emma Schiavon, Augusta Molinari e Beatrice Pisa analizzano l’agire femminile nel contesto dei processi di nazionalizzazione portati dalla guerra. L’aspetto di novità di questi contributi è senz’altro l’attenzione alle migliaia di donne comuni – maestre, studentesse, impiegate, casalinghe – che si impegnarono nei comitati di mobilitazione civile e posero le basi per le professioni femminili di infermiera e di assistente sociale. Un impegno inteso come un riconoscimento indiretto di diritti e motivato da un sincero desiderio di alleviare le sofferenze. Se Augusta Molinari mette in secondo piano il consenso patriottico delle donne attive sul fronte interno, Beatrice Pisa lo pone decisamente al centro dimostrando che anche le donne della piccola e media borghesia divennero propagandiste e conferenziere. L’attività assistenziale-patriottica è in primo piano anche nel saggio di Nadia Maria Filippini che tratta il caso veneto, mentre quello di Laura Guidi sulla mobilitazione dell’infanzia pone l’accento sulla propaganda.
In tutte queste ricerche la questione del rapporto delle donne impegnate nei vari comitati con i destinatari/ie dell’assistenza e della propaganda resta decisamente in ombra. Tuttavia uno squarcio sulle contraddizioni innescate all’interno delle famiglie dalla guerra, dalla mobilitazione e dall’assistenzialismo è aperto dal saggio di Catia Papa dedicato all’inchiesta sulla «famiglia italiana» promossa dall’ufficio storiografico, un saggio basato sui questionari rivolti alle famiglie torinesi tra il 1916 e il 1918.
Il tema della protesta delle donne delle classi popolari, trascurato da alcuni anni, è trattato da Roberto Bianchi, che mette in rilievo le modalità delle agitazioni popolari e la loro valenza politica. Né manca la questione cruciale dell’internamento: Daniela Caglioti si sofferma sulle politiche di internamento in Italia e Austria, indispensabile quadro di riferimento per gli studi, ma lascia sullo sfondo le condizioni di vita e il vissuto delle donne internate. Nel complesso le ricerche raccolte nel volume colmano numerosi vuoti storiografici, permettono di cogliere la complessità e la diversità delle esperienze femminili durante il conflitto, aprono nuove prospettive di ricerca.

Bruna Bianchi