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La guerra dopo la guerra. Sistemazione e tutela delle salme dei caduti dai cimiteri al fronte ai sacrari monumentali

Lisa Bregantin, Bruno Piazza
Padova, Il Poligrafo, 169 pp., € 23,0

Anno di pubblicazione: 2015

Questo libro scritto a quattro mani offre una circostanziata e chiara ricostruzione
storica delle dinamiche concernenti la gestione delle salme dei caduti nella prima guerra
mondiale. La questione è affrontata lungo un arco cronologico ampio, che si dipana
dall’immediato primo dopoguerra sino ai giorni nostri. Il libro ruota essenzialmente attorno
al ruolo svolto dal Commissariato generale per le onoranze ai caduti, che risulta
essere anche l’ente che ha finanziato la pubblicazione. Come indicato nella brevissima
scheda introduttiva, si tratta del tentativo di aprire un percorso di ricerca e non vi sono
pretese di esaustività; il tema è tuttavia affrontato da due prospettive diverse e complementari.
È ricostruito, da un lato, il dato giuridico-amministrativo, ovvero il susseguirsi
di norme, decreti e provvedimenti amministrativi vari che hanno riguardato la gestione
delle salme dei caduti. Dall’altro, si prova anche a confrontarsi con quella che è definita
«l’emotività del culto dei Caduti»; quest’ultimo elemento è qualificato dagli autori come
«una sorta di compendio sociale dell’opera di sistemazione delle salme dei soldati» (p. 15).
Un’appendice fotografica di venti pagine arricchisce il volume.
L’evoluzione del quadro normativo è illustrata in modo preciso e documentato, e
anche la puntuale ricostruzione dell’attività dell’ente preposto alla gestione delle salme dei
caduti costituisce un positivo contributo agli studi. Non sono invece sempre pienamente
convincenti le pagine dedicate all’altro filone affrontato nel volume, quello riguardante
ciò che gli autori inquadrano come dato emotivo. Per quanto riguarda questo aspetto,
sebbene il volume miri a coprire un arco cronologico assai lungo, si nota uno scarto tra il
livello di competenza con il quale è stato affrontato il primo periodo 1919-1945 e quanto
emerge dalle pagine dedicate all’età repubblicana. Va riconosciuto, certamente, che era
operazione tutt’altro che banale ricostruire e analizzare le mutazioni maturate nell’arco di
un secolo nei quadri mentali collettivi rispetto ai morti della Grande guerra e ai sacrari
che ne celebravano il sacrificio. Forse anche a causa dell’esigenza di produrre un testo di
dimensioni contenute, la scelta di tenere insieme i due piani d’analisi ha finito col sacrificare
la riflessione sulla memoria culturale e l’immaginario.
Ciò detto, il volume costituisce in ogni caso un valido strumento e offre un percorso
di accesso alla storia delle onoranze ai caduti nell’Italia del ’900 (e dei primi anni 2000).
Mancava una risorsa di questo tipo e dunque questo contributo costituisce un’utile integrazione
agli studi esistenti.

 Guri Schwarz