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La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio

Diego Dilettoso
Milano, Biblion, 317 pp., € 30,00

Anno di pubblicazione: 2013

Diversi sono i libri e gli studi dedicati a Carlo Rosselli e, in particolare, al periodo trascorso in Francia dal 1929 sino al suo assassinio, insieme al fratello Nello, per mano dei cagoulards francesi su mandato del regime fascista. Nessuno però, sino ad ora, aveva adottato un punto di vista che parte dalla ricostruzione del contesto geografico in cui Rosselli operò. Questo libro offre la possibilità di seguire passo dopo passo l’attività dell’antifascista nella Parigi dell’entre-deux-guerres, tra riunioni politiche, continui cambi di appartamento, rapporti (non sempre facili) con le autorità, ma anche appuntamenti mondani e svaghi all’insegna della letteratura, del teatro e della musica. L’a. riesce a coniugare efficacemente divulgazione e rigore storiografico, attingendo a una cospicua mole di documenti – dall’epistolario (in parte ancora inedito) ai rapporti inviati dalle spie fasciste, dalla stampa alle testimonianze dei compagni di lotta – e servendosi anche di un nutrito apparato iconografico, con foto e cartine d’epoca. Il libro si suddivide in otto capitoli. Mentre i primi due ricostruiscono l’ambiente familiare in cui crebbe il giovane Carlo e le condizioni degli antifascisti italiani nella capitale francese, gli altri sei sono divisi per tematiche: le case parigine della famiglia Rosselli, le vicissitudini amministrative e i problemi con la Sûreté Nationale (che arrivò a minacciarlo di espulsione), le abitazioni dei compagni di Giustizia e Libertà e di altri antifascisti da lui frequentati, i luoghi di incontro (dai grandi meetings alla Mutualité, agli incontri nelle sedi dei rispettivi partiti, che talvolta fungevano anche da provvisorio ricovero per i compagni con scarse possibilità economiche, sino ai rendez-vous informali nei cafés o nei ristoranti italiani), le occasioni di svago e le vacanze. Umanista in esilio viene giustamente definito, nel sottotitolo del libro, il Rosselli del periodo parigino. Se l’appellativo di umanista si giustifica chiaramente per la vasta cultura e la moltitudine di interessi del protagonista (dall’economia alla storia, dalla letteratura alla musica), merita una breve spiegazione il termine esilio. L’a. ricorda che, per l’antifascista, l’attività a Parigi restò sempre una scelta insieme volontaria e forzata, un ripiego dovuto all’iniziale fragilità di GL. Rosselli, infatti, non smise mai di mettere in guardia dal pericolo di adagiarsi sulle abitudini dell’esilio, spronando i compagni a organizzare, per quanto possibile, l’azione in patria e ad affrontare direttamente il regime fascista, se necessario anche su altri fronti (si pensi innanzitutto alla difesa della Spagna repubblicana). Ciò non gli impedì di partecipare attivamente alla vita politica e culturale di Parigi, diventando così un punto di riferimento per molti antifascisti di diverse tendenze, italiani e francesi (l’a. suggerisce giustamente un paragone con Tasca). Chiude il volume un’appendice con una mappa dei luoghi in relazione al soggiorno parigino di Rosselli e due itinerari che consentono al lettore un’inedita visita di Parigi, sulle orme di uno dei capi dell’antifascismo italiano.

Luca Bufarale