Cerca

La politique russe du Saint-Siège (1905-1939)

Laura Pettinaroli
Roma, École française de Rome, 2015, 937 pp., € 50,00

Anno di pubblicazione: 2016

Il volume di Laura Pettinaroli sulla politica russa della Santa Sede dal 1905 al 1939
si presenta, con le sue quasi mille pagine e i copiosi indici di fonti, come un’opera enciclopedica
sulla materia trattata, la cui complessità è notevole. E in effetti sono tanti i dossier,
spesso sovrapposti, affrontati dall’a.: il variegato cattolicesimo del mondo russo; il rapporto
fra Santa Sede e Impero zarista, e poi tra Santa Sede e Russia sovietica; l’unionismo cattolico
in cui tale rapporto fortemente s’inscrive; il tema russo nell’opinione cattolica alle
varie latitudini; gli aspetti confessionali dell’emigrazione russa; l’azione della diplomazia
vaticana; le differenti realtà cattoliche dedite al mondo russo; i riti latini e quelli orientali
nella Chiesa d’obbedienza romana; la speciale sfida al comunismo sovietico lanciata da
Pio XI e d’Herbigny; e altro ancora, come rivela lo stesso sterminato indice di oltre 350
paragrafi incluse numerose brevi introduzioni e conclusioni in corso d’opera per non
perdere i fili di una narrazione accidentata.
Merito dell’a. è aver condotto inesauste ricerche archivistiche, in Vaticano, in Russia
e altrove. Sua acquisizione maggiore è forse la sottolineatura del grande impegno unionista
cattolico verso la Russia, ovvero del sogno di conquista della medesima alla fede romana,
che giustamente viene qualificato come una «histoire de l’imaginaire» nonché prova
della «puissance créatrice d’une espérance religieuse» (p. 799). E certo l’opera resterà di
riferimento documentario nel suo specifico settore di studi. Con qualche limite però: il
vigore interpretativo diluito dall’impostazione estremamente analitica; una frammentazione
dovuta alla messa in valore di acquisizioni e dettagli in gran numero; la mancanza
di un chiaro filo rosso narrativo stanti anche i frequenti salti cronologici all’indietro e in
avanti.
Davanti a tanta mole documentaria e alla necessità di non trascurare aspetti istituzionali,
l’a. non ha potuto andare in profondità nell’investigare indole, sentimenti, motivazioni,
visioni di tutti i personaggi maggiori. Un esempio: giustamente scrive molto
di Pio XI e d’Herbigny, che si legarono l’uno all’altro in maniera sorprendente, ma non
solleva il lettore dall’interrogativo sui fondamenti di tale singolare strettissima collaborazione,
forse da trovare nelle vicissitudini interiori del papa brianzolo (ma quali in questo
caso?) e nelle inclinazioni al protagonismo politico e religioso dell’ecclesiastico francese.
O vale, come spiegazione, la constatazione dell’a. di una comune mistica missionaria?
Potrebbe essere, ma la sensazione è che l’enigma d’Herbigny rimanga tale, e del resto non
l’hanno risolto neppure studiosi di chiara fama, ben più carichi di esperienza scientifica
della giovane autrice.
In ogni caso il lavoro di Laura Pettinaroli è molto rispettabile, segna un avanzamento
delle conoscenze, esprime grandi competenze archivistiche e sicuro metodo storico

Roberto Morozzo della Rocca