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L’assalto al cielo. Donne e uomini nell’emigrazione italiana

Andreina De Clementi
Roma, Donzelli, XI-289 pp., € 27,00

Anno di pubblicazione: 2014

Sono stati scritti nell’arco di due decenni (1993-2013) i saggi sull’emigrazione italiana
che Andreina De Clementi ripropone – rivisitati e talvolta «ripensati» in alcune parti anche
alla luce della storiografia internazionale recente – in un volume compatto e coerente.
In venti anni la storia delle migrazioni è cambiata profondamente trasformando anche
quella dell’emigrazione italiana: il paradigma transnazionale e la world/global history
hanno mutato periodizzazioni, stabilito gerarchie diverse tra temi e soggetti, ridimensionato
rotture, posto l’accento sulle continuità.
Aliena da teorizzazioni troppo marcate vissute come gabbie, l’a. organizza la successione
dei saggi – l’emigrazione di massa transoceanica, la legislazione dei paesi di arrivo
e le questioni della cittadinanza, il rilievo delle rimesse per l’economia del Meridione, il
viaggio, i lavori delle donne, la mobilità del secondo dopoguerra, le migrazioni di ritorno,
la costruzione di reti etniche, le dinamiche generazionali – in modo da far dialogare
continuamente micro e macro. Storie di vita si alternano alle politiche migratorie, vicende
identitarie individuali sono messe in relazione con la struttura del mercato del lavoro nel
paese di partenza e di arrivo, storie locali si intrecciano alla dimensione internazionale.
Non sono i nuovi trend storiografici – dalle questioni razziali legate alla controversa
whiteness degli immigrati italiani, alla dimensione culturale e sociale dei consumi, alla
ipotetica costruzione di «economie familiari transnazionali» – a irretire De Clementi,
concentrata piuttosto sulle strutture portanti: le politiche migratorie degli Stati nazionali,
le dinamiche del mercato del lavoro e l’ossatura economica del Mezzogiorno, i processi di
mobilità sociale e generazionale, i rapporti di genere. La barra è dritta verso uno scopo:
la storia dell’emigrazione italiana deve rappresentare uno degli assi centrali della storia
nazionale, di cui ha mutato di volta in volta i caratteri.
L’a. si tiene dunque a distanza da un’accentuata «internazionalizzazione» delle storiografie
nazionali (cfr. D. R. Gabaccia, Foreign Relations: American Immigration in Global
Perspective, Princeton University Press, 2012), come da quelle che considera troppo facili
equazioni tra emigrazione femminile e processi emancipativi (possibili ma non scontati).
Relazioni, differenze e dinamiche di genere sono infatti presenti quasi in ogni saggio, a
dimostrazione di come nessun aspetto dell’emigrazione possa prescinderne: donne che
partono e donne che restano tra subordinazioni ataviche e meccanismi di empowerment.
L’a. si confronta con la storiografia internazionale (con quella di genere in particolare)
senza mai appiattirsi sui paradigmi storiografici del momento. Interviste, memorie
familiari, epistolari, colloquiano con relazioni governative sulle condizioni dell’Italia meridionale,
statistiche demografiche e leggi immigratorie in una narrazione che di per sé
risponde con decisione alla domanda posta provocatoriamente da un saggio di Donna
R. Gabaccia alla fine degli anni ’90: Do We Still Need Immigration History? Andreina De
Clementi non ha mai avuto dubbi.

Elisabetta Vezzosi