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Laura Grazi – L’Europa e le città. La questione urbana nel processo di integrazione europea (1957-1999) – 2006

Laura Grazi
Bologna, il Mulino, 400 pp., euro 27,00

Anno di pubblicazione: 2006

Col supporto di una vasta documentazione archivistica, Laura Grazi ricostruisce le tappe principali che hanno scandito la progressiva affermazione della «dimensione urbana» nel processo d’integrazione europea. Una dimensione che emerge già nelle prime analisi della Commissione sugli squilibri regionali, e che si rafforza sul finire degli anni Sessanta in concomitanza con i primi progetti di unione monetaria, nella cui ottica il potenziale inflattivo delle aree ad elevata concentrazione economica e demografica rappresenta un ostacolo non secondario. Poco dopo, l’adesione della Gran Bretagna alla CEE catalizza l’attenzione sui problemi dei centri urbani in declino industriale, mentre la diffusione di nuove sensibilità sociali e ambientali favorisce, a livello comunitario, l’affermarsi di posizioni attente non più solo alla dimensione economica, ma anche alle condizioni di vita dei cittadini. A metà degli anni Settanta i problemi urbani rappresentano insomma una questione «trasversale », legata cioè a politiche comunitarie diverse, e in quanto tali cominciano a porsi all’attenzione delle istituzioni. Non a caso, poco dopo sono avviati i primi studi specifici e nascono le prime, limitate, azioni comunitarie, sulle quali giocano un ruolo di rilievo anche le pressioni del Parlamento Europeo. La grande accelerazione si ha comunque a metà degli anni ’80 con la Commissione Delors che, nel quadro delle politiche di coesione legate all’obiettivo del completamento del mercato interno, attiva i primi Progetti pilota urbani. Come sottolinea l’autrice, questi, incentrati sul partenariato Comunità-Stati membri-enti locali e su un «approccio integrato », con elementi cioè di politiche comunitarie diverse (regionale, sociale, ambientale), segnano «l’inizio di una strategia comunitaria per le città» (p. 276). Negli anni successivi l’aumento delle risorse dei fondi strutturali rende possibile l’ampliamento di tali esperienze, col varo nel 1994 del programma URBAN, volto a combattere l’esclusione sociale nei centri urbani con azioni di natura eterogenea, che vanno dal risanamento di vecchie industrie, alla creazione diretta di posti di lavoro, all’agevolazione dell’accesso all’istruzione per gli abitanti dei quartieri in crisi. Sono queste le vicende ripercorse, con dovizia di dettagli, da Laura Grazi, vicende che configurano la progressiva «comunitarizzazione» della questione urbana, e che l’autrice non manca mai di contestualizzare nel quadro degli orientamenti prevalenti nelle politiche nazionali e dei cambiamenti strutturali dell’economia europea, contribuendo così a rendere di gradevole lettura un testo di carattere relativamente tecnico. L’attenzione riservata anche all’articolazione organizzativa delle istituzioni comunitarie, al ruolo di alcune personalità (da Marjolin a Spinelli a Delors) nell’attivazione delle principali politiche descritte, o a quello di attori esterni alla Comunità, come le reti di cooperazione interurbana, contribuiscono a offrire un quadro particolarmente interessante e completo su un tema decisamente innovativo nell’ambito degli studi sulla storia dell’integrazione europea.

Lorenzo Mechi