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Laura Pisano (a cura di) – Donne del giornalismo italiano. Da Eleonora Fonseca Pimentel a Ilaria Alpi. Dizionario storico biobibliografico. Secoli XVIII-XX – 2004

Laura Pisano (a cura di)
Milano, Franco Angeli, pp. 436, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2004

L’opera ? curata da Laura Pisano e compilata da un gruppo di giovani laureate/i in Storia del giornalismo presso l’Università di Cagliari ? si presenta come il primo tentativo di schedatura storico-biografica e bibliografica delle giornaliste nate in Italia o attive nel contesto culturale italiano (come l’inglese Jessie White Mario o l’ucraina Angelica Balabanoff) dalla fine del Settecento ai giorni nostri. Esso è finalizzato alla messa a punto di uno strumento di consultazione che, facendo interagire biografia e forme di scrittura femminile, fornisca elementi utili a ?documentare il processo di trasformazione del ruolo della donna-giornalista e della giornalista-donna negli ultimi tre secoli? (p. 46).
Comparando l’indice dei nomi relativo alle 500 schede biografiche in cui si articola il Dizionario, con gli indici dei nomi che corredano i sette volumi della Storia della stampa italiana (Roma-Bari, Laterza, 1976-1994) diretta da Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia, appare evidente la significativa rimozione della presenza femminile dalla storia del giornalismo italiano, prodotta da una concezione restrittiva e parcellizzata dei generi e delle firme del giornalismo femminile, su cui questo lavoro ha il merito di porre l’attenzione (introduzione, pp. 9-13).
Tuttavia, relativamente al metodo e ai contenuti, il volume suscita molte perplessità, per i vuoti e le inesattezze di cui è costellato (un rischio difficilmente eludibile nel caso di vaste operazioni di sintesi di notizie tratte da fonti secondarie ? dizionari, repertori, letteratura specifica ? e da interviste, ma che poteva essere oggetto di maggiori controlli), e per un’introduzione che non fa tesoro e non rende giustizia ai molti elementi di novità emersi nelle ricerche portate avanti di recente sia in ambito letterario che storico intorno al binomio donne-giornalismo. In particolare, non pare convincente la scelta di riproporre una scansione cronologica delle tappe di accesso delle donne al giornalismo mettendo in fila nomi e titoli di testate, senza dialogare con i percorsi e le periodizzazioni tracciate dagli studi pubblicati all’interno della stessa collana di ?Storia dell’editoria? nell’ultimo decennio.
Ai fini della valorizzazione del lavoro compiuto, sarebbe stato molto più utile porre domande e suggerire ipotesi di lettura a partire dal materiale schedato, che contiene numerose indicazioni in merito alla provenienza geografica, all’appartenenza sociale, alla formazione, all’iter professionale (area di competenza, cariche ricoperte, grado di mobilità nella professione, riconoscimenti ottenuti, rete delle collaborazioni prestate in testate diverse, intreccio tra giornalismo e altre attività svolte in ambito educativo, letterario, artistico, politico) e al corpus delle pubblicazioni (dai romanzi ai manuali scolastici, dai galatei alle memorie, dai saggi critici alle traduzioni) delle giornaliste censite. Questo, forse, avrebbe permesso di uscire dalla fissità ripetitiva dei nomi, che restano tali nella sequenza alfabetica dei profili biografici e professionali proposti, e di dare corpo alle trame delle vite e delle scritture nel tempo.

Monica Pacini