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Laura Ricci – La lingua dell’Impero. Comunicazione, letteratura e propaganda nell’età del colonialismo italiano – 2005

Laura Ricci
Roma, Carocci, pp. 255, euro 18,80

Anno di pubblicazione: 2005

Lo studio di Laura Ricci, ricercatrice di Linguistica italiana all’Università per stranieri di Perugia, si può considerare uno dei segnali della maturazione di quelle nuove sensibilità storiografiche che negli ultimi due decenni hanno modificato l’approccio alla storia dell’espansione coloniale italiana. Un percorso che, come è noto, ha preso le mosse dal poderoso lavoro di ricostruzione critica operato da Del Boca sul piano della storia politica e militare e si è poi confrontato con i nuovi orizzonti aperti dalla storiografia internazionale: in particolare gli apporti pluridisciplinari degli studi culturali. In questo percorso si è ora affacciata una nuova generazione di studiosi, la seconda, che ha ormai assunto come orizzonte naturale il rifiuto della tradizione nazionalista, trasformandola, piuttosto, nel principale terreno di indagine storica.
Ricci applica le sue competenze linguistiche all’analisi dei modi e delle forme della comunicazione lungo tutto l’arco dell’esperienza coloniale italiana, rilevando i caratteri di un ?italiano dell’impero? che ?informa la genesi del mito africano e i suoi modi d’alimentazione, la stereotipia dei testi descrittivi delle terre d’oltremare, le strutture della retorica imperialista? (p. 17). L’autrice si muove agevolmente anche tra le categorie storiografiche, dialogando con le più recenti tendenze attraverso brevi quadri descrittivi che traggono giovamento dalla sintesi operata da Labanca nel 2002.
Introdotto il contesto storico e culturale e presentati gli orizzonti di analisi dal punto di vista della prospettiva linguistica, i numerosi materiali culturali presi in esame sono strutturati in relazione alla funzione degli autori e ai diversi canali di comunicazione. In primo luogo il discorso politico e la propaganda ? presi in esame nelle opere di storici, giornalisti e intellettuali ? di cui si evidenziano i principali motivi: dalla ?più grande Italia?, alle memorie classiche, fino ?alla rivendicazione della bontà degli italiani? (p. 55). L’attenzione si concentra dunque sulla descrizione dell’Africa ? attraverso la letteratura di viaggio dei geografi e degli esploratori ? e sulla letteratura coloniale, di cui si evidenziano gli esiti noti e meno noti dei ?cantori di gesta? (Carducci, Pascoli, D’Annunzio e Marinetti) e si prende in esame il ?romanzo coloniale? della numerosa schiera di autori minori. Il quadro interpretativo è quello già proposto da Giovanna Tomasello (1984), ma l’analisi più specialistica lo rende originale ed efficace.
Gli ultimi due capitoli sono dedicati all’istruzione nelle colonie (istituzioni, manuali, grammatiche e dizionari) e ai toponimi africani a Roma e a quelli italiani nelle colonie. Il volume è infine arricchito da un ?piccolo lemmario? che raccoglie voci e locuzioni d’epoca e d’ambito coloniale.
I risultati di questa ricerca appaiono di grande utilità, non tanto per le novità del quadro interpretativo, che sembra confermare molte delle ipotesi già avanzate e in particolare gli elementi di continuità tra epoca liberale e fascista nelle forme e negli strumenti della persuasione, piuttosto perché offre un importante strumento di orientamento di cui molti storici potranno e dovranno giovarsi.

Giancarlo Monina