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Lavoro, istruzione e formazione. Il ruolo delle Camere di Commercio

Michele Finelli
Firenze, Edifir, 158 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2013

Il volume di Finelli analizza la relazione fra le Camere di Commercio e l’istruzione tecnica e professionale partendo dall’Unità d’Italia per arrivare fino al 2011. La scansione cronologica adottata si basa su alcune cesure tradizionali della storia politica nazionale: dall’Unità d’Italia al 1923, dal 1924 al 1944, dal 1945 al 1968, dal 1969 al 2011.
Nell’introduzione, l’a. afferma di non avere desiderato scrivere una storia dell’istruzione tecnica e della formazione professionale «in senso lato, argomento peraltro faticoso per i frequenti interventi normativi e la pletora di enti chiamati ad operarvi» (p. 10), ma di avere preferito fornire un contributo volto a delineare il supporto delle Camere di Commercio italiane all’istruzione professionale. In questo risiede il limite del lavoro dell’autore, perché invece sarebbe stato utile analizzare – seppur a grandi linee – sia quei «frequenti interventi normativi» (prevalentemente del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, nelle prime fasi analizzate) che comunque hanno delineato l’istruzione professionale del nostro paese, sia «la pletora di enti» caratterizzati da matrici distinte (associazioni di mutuo soccorso, massoneria, Chiesa cattolica, Comuni, leghe per la cultura popolare, etc.) che si sono occupati a vario titolo e con modalità diverse di istruzione professionale; così questa indagine avrebbe messo in luce la trama di relazioni/interazioni fra Camere di Commercio e questi enti, e quindi i vari contesti sociali in cui operavano le Camere di Commercio, contesti quindi diversi non solo per la «differenza di risorse tra le Camere settentrionali e meridionali […] frutto della situazione economica del Paese dopo l’unità» (p. 10).
Malgrado gli interessi di ricerca dell’a., incentrati su Mazzini e il Risorgimento italiano, quella dall’Unità d’Italia ai primi del ’900 è la fase forse meno indagata rispetto alle successive: il volume infatti si concentra sulla riforma Gentile, sulla continuità legislativa col fascismo e sull’attuale sistema camerale e relative riforme. Le fonti di archivio consultate sono costituite dai dati di circa un centinaio di istituti di istruzione tecnica tratti dall’Archivio on line del Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche, e da documentazione cartacea rinvenuta in vari archivi italiani e adoperata soprattutto per comporre quadri sinottici relativi all’erogazione dei contributi arrivati alle scuole. L’utilizzo delle fonti dà vita a una ricostruzione dettagliata delle vicende istituzionali delle Camere di Commercio e del loro rapporto con le scuole. Finelli, inoltre, saggiamente evita di appiattire sul piano squisitamente politico le dinamiche del funzionamento delle Camere di Commercio e inserisce i casi locali all’interno del contesto nazionale. Il volume rappresenta nel complesso un buon contributo storiografico alla conoscenza del lavoro delle Camere di Commercio e rende disponibile una grande mole di documenti da cui partire per ulteriori ricerche.

Federica Maria Chiara Santagati